martedì 8 gennaio 2008

Il Comandante Bardelli parte 3



Il Regio Incrociatore Scipione l'Africano (disegno di Claudio Cherini)

Sbarcato a Bordeaux del Brin, Bardelli fu assegnato al Sommergibile Reginaldo Giuliani dal 16 febbraio 1941 al primo febbraio 1942. Il Giuliani, un Sommergibile Oceanico classe Liuzzi fu impostato dai Cantieri Tosi di Taranto il 13 marzo 1939, varato il 3 dicembre dello stesso anno e consegnato il 3 febbraio 1940. I Sommergibili classe Liuzzi erano ben conosciuti da Bardelli, che aveva prestato la sua opera nell’allestimento del Console Generale Liuzzi nel ottobre-novembre 1939.Dopo alcune missioni in Mediterraneo, il Giuliani fu modificato per operare in Atlantico e inviato a Betasom, dove giunse il 5 ottobre 1940. Operante in Atlantico, fu destinato a Gotenhafen (oggi Gdynia) per l’addestramento del personale sui nuovi metodi di guerra al traffico oceanico. Prima della partenza il Capitano di Corvetta D'Elia cedette il comando al Capitano di Fregata Vittore Raccanelli che lo assunse per il solo viaggio di trasferimento.Bardelli sarà imbarcato come Direttore di Macchina del Giuliani poco prima di questa crociera; il Sommergibile partirà da Bordeaux il 16 marzo 1941, giungendo a Gotenhafen, alla sezione di tattica italiana (Marigammasom), presso la Scuola Sommergibili tedesca, il 6 aprile 1941. All'arrivo, il C.F. Raccanelli, destinato sull'Incrociatore Bande Nere, passò il comando al C.C. Adalberto Giovannini. Il Giuliani rimarrà nella base germanica per circa un anno, a disposizione degli Ufficiali italiani iscritti alla Scuola Sommergibili, e mentre Ufficiali ed equipaggi saranno introdotti alle vincenti tattiche di combattimento subacqueo tedesche, al Capitano del Genio Navale Bardelli saranno svelate le soluzioni tecniche adottate nella costruzione e nell’armamento degli U-Boot.Nella sua permanenza a Gotenhafen, Bardelli incontrerà il Comandante Enzo Grossi, con il quale stringerà una salda amicizia che sarà riconfermata in diverse occasioni nei drammatici mesi del 1943-1944. (6) Il Capitano G.N. Bardelli ritornò quindi in Italia nel febbraio 1942, perché assegnato all’Ufficio Allestimento Sommergibili di Taranto, dove rimarrà sino al 20 ottobre 1942.Rientrato a Bordeaux nel maggio 1942, il Giuliani, comandato dal Capitano di Fregata Giovanni Bruno, affondò in Atlantico, nell’agosto 1942, i mercantili Medon (5.444 tsl), California (5.441 tsl) e Sylvia de Larrinaga (5.218 tsl), per un totale di 16.103 tsl, danneggiando anche un mercantile di 4.300 tsl. Il 18 ottobre 1942 Bardelli fu promosso Maggiore del Genio Navale, con anzianità di grado dal 9 ottobre 1942; il 21 dello stesso mese veniva imbarcato sulla moderna Corazzata Vittorio Veneto, classe Littorio, sulla quale rimarrà sino al 6 dicembre 1942.La Vittorio Veneto, dislocante 45.900 tsl, aveva un armamento principale di 9 pezzi da 381/50 e uno secondario di 12 pezzi da 152/55. Le sue macchine, dalla potenza di 140.000 cavalli-vapore, la spingevano ad una velocità di 30 nodi.Dal 6 dicembre al 27 dicembre 1942 Bardelli prestò servizio sul Cacciatorpediniere Bombardiere, impegnato dal novembre 1942 nella scorta dei convogli verso la Tunisia: la “rotta della morte”. Il Bombardiere, che aveva già diverse missioni di scorta al suo attivo, e sotto la guida del Comandante Giuseppe Moschini aveva respinto diversi attacchi di aerei e sommergibili alle navi da esso scortate, era un Cacciatorpediniere classe Soldati seconda serie, costruito dai Cantieri Navali Riuniti di Ancona. Impostato il 7 ottobre 1940, fu varato il 23 marzo 1942 e consegnato il 15 luglio dello stesso anno. Armato di 4 pezzi da 120/50, 8 mitragliere da 20/65 e 6 siluri, aveva un dislocamento 2.460 tsl, ed era dotato di macchine dalla potenza di 50.000 cavalli, che gli conferivano una velocità di 37 nodi.Il 17 gennaio 1943, solo due settimane dopo lo sbarco del Maggiore G.N. Bardelli dal Cacciatorpediniere, il Bombardiere fu affondato dal Sommergibile inglese United.Dal 28 dicembre 1942 al 20 maggio 1943 il Maggiore Bardelli sarà imbarcato nuovamente sulla Nave da Battaglia Vittorio Veneto. Nel giugno 1943, il Maggiore G.N. Bardelli fu decorato della Croce di Guerra al Valor Militare:Croce di Guerra al Valor Militare“Direttore di macchina di sommergibile, partecipava a numerose missioni dando prova di costante combattività, spirito di sacrificio ed elevato sentimento del dovere”. Determinazione del 13 giugno 1943.Bardelli fu quindi assegnato, dal 22 maggio al 31 agosto 1943, sull’Incrociatore Leggero Posamine Scipione Africano, l’ultimo varato della classe Capitani Romani, con la qualifica di Capo Servizio Genio Navale.Lo Scipione Africano fu costruito dai Cantieri Odero-Terni-Orlando di Livorno. Impostato il 28 settembre 1940, fu varato il 12 gennaio 1941 e consegnato alla Regia Marina il 23 aprile 1943.Gli Incrociatori classe Capitani Romani, dislocanti 5.420 tsl, erano armati con 8 cannoni da 135/45, 8 cannoni contraerei da 37 mm e 8 mitragliere da 13.2 mm. La potenza dell’apparato propulsivo era di 110.000 cavalli, che portavano la velocità teorica di questi Incrociatori Leggeri, dotati di scarsa protezione, a ben 41-43 nodi. Sotto la guida esperta del Maggiore G.N. Bardelli le macchine dell’Incrociatore portarono lo Scipione a toccare più volte i 44 nodi, stabilendo il primato di velocità tra gli Incrociatori.Nel maggio-luglio 1943 l’Incrociatore Scipione fu ormeggiato nei porti di La Spezia e di Genova, e, visto l’andamento delle operazioni terrestri in Sicilia, in previsione del blocco da parte Alleata dello Stretto di Messina, fu dato ordine allo Scipione di forzare lo Stretto e di raggiungere Taranto.Il 15 luglio 1943 l’Incrociatore Scipione lasciò l’ormeggio, ed il 17 luglio fu coinvolto in uno scontro notturno con quattro M.T.B., tra le quali la M.T.B. 315, comandata dal Leutnant Newell, e la sua gregaria M.T.B. 316, mentre era impegnato nella difficile missione del forzamento dello Stretto. In un confuso scontro notturno lo Scipione colpì con il fuoco delle sue artiglierie la M.T.B. 316, che affondò con tutto l’equipaggio, riuscì ad evitare l’offesa delle altre motosiluranti, letteralmente gareggiando in velocità coi siluri lanciati contro di esso, e danneggiò gravemente un’altra motosilurante inglese, giungendo poi senza danni a Taranto il 18 agosto 1943.L’Incrociatore Scipione era dotato del radar E.C. 3ter Gufo, che probabilmente rilevò per tempo le M.T.B., consentendo all’equipaggio di apprestarsi alla difesa. (7) In questa battaglia il Maggiore del Genio Navale Bardelli ricevette la sua seconda Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:“Capo Servizio G.N. di Incrociatore leggero in una missione particolarmente rischiosa, assicurava con la propria opera competente ed esperta il felice esito della missione stessa. Attaccata l’unità di notte da motosiluranti nemiche, era di esempio agli inferiori, con coraggio e serenità, contribuendo così al vittorioso esito dell’azione, che portò all’annientamento di tre delle quattro unità attaccanti”. Determinazione del 17 agosto 1943. Tra il 4 ed il 17 agosto lo Scipione portò a termine diverse rischiose missioni di posa di sbarramenti di mine nel Golfo di Taranto ed al largo della Calabria, sfidando gli aerei e le navi Alleate che tentavano di impedire l’evacuazione via mare delle forze italo - tedesche dalla Sicilia. Il 31 agosto il Maggiore G.N. Bardelli sbarcava dall’Incrociatore Scipione a Taranto. Certamente, mentre scendeva lo scalandrone che lo portava sul molo, non immaginava né che quello appena conclusosi sarebbe stato il suo ultimo imbarco su di una Nave da Guerra, né l’abisso nel quale sarebbe sprofondata l’Italia da lì a pochi giorni.

Terza parte. Continua la prossima settimana.

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Il Comandante Bardelli

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Rara foto in divisa da Ufficiale della Regia Marina

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