giovedì 27 ottobre 2011

L'ultimo combattimento della Decima MAS sul Senio, aprile 1945





"Un giorno, in pieno sole, il cielo cominciò a vibrare quasi improvvisamente nel fragore di centinaia di motori a pieno regime, e in pochi minuti la campagna mutò violentemente aspetto diventando un grigio disperato. La terra si mise a tremare, e una muraglia di polvere e fumo si alzò al disopra dei campanili ad oscurare l'orizzonte. Per due ore, centinaia di bombardieri a bassa quota continuarono invece a preparare il terreno dall'alto, chilometro per chilometro, dalla via Emilia ad Alfonsine.La muraglia di fumo sembrava scaturire con violenza naturale dalla terra stessa, avvolgeva i paesi, la pianura, ogni cosa. La Morte correva impazzita per i campi a cercarci. Avvertii l'ondata accostarsi velocemente, assordante, la vidi anche scuotere un filare di viti che si piegò come urlando sotto l'uragano, e fu come la terra stesse per mancarmi sotto e allora mi aggrappai ficcandovi le dita - e l'uragano passò in un baleno con un urlio spaventoso e pesante coprendomi d'aria e di terra e di sassi e tutto si muoveva e le orecchie fischiavano e il respiro non voleva più uscire dai polmoni. In batteria era tutto rovesciato e pieno di schegge e di terra, bossoli e granate buttati attorno ed anche un cannone piegato un poco sul fianco. Due feriti erano coricati in attesa dietro il muro di una casa. Passarono alcuni marinai con le barelle cariche, e dissero che alla batteria vicina c'erano anche dei morti. Gabriele aveva la divisa strappata e la faccia che sembrava uscita da una carbonaia; stava limando con cattiveria l'otturatore di un pezzo che non voleva chiudere, e teneva una sigaretta spenta tra le labbra. Arcangelo zoppicava attorno gridando ordini, e tutti lavoravano come dannati e capivano le cose al volo. Gli artificieri andavano in giro bestemmiando sulle ginocchia a cercare gli inneschi che si erano sparsi tra l'erba. L'attacco arrivò con un brontolio lontano e pesante di roccia che sta franando; allora noi aprimmo il fuoco sopra gli sbarramenti, alla cieca, e le bocche da fuoco rincularono urlando e liberandoci dalla tensione. Fu l'ultima sfuriata della guerra in Italia. Sparavano tutte le batterie e i gruppi tedeschi lungo il Santerno, e dall'altra parte c'era una bocca da fuoco ogni dieci metri; il mondo intero c'era, le schegge foravano gli scudi, i muri, spaccavano gli alberi, inginocchiavano gli uomini nell'erba, un fracasso da disastro ferroviario, bisognava urlare per intendersi; e non si capiva niente, però si capiva tutto, le ore passavano svuotando le riservette, la infermeria lavorava, il cimitero lavorava, tutti i santi lavoravano. Venne la sera e sparavamo ancora, venne la notte e sparavamo ancora, poi finirono le spolette e tirammo via le granate, così, tanto per sparare! Granate senza spolette, fuori anche loro, Cristo, fuori! Poi finirono anche le granate ed allora smettemmo davvero di sparare. Era mezzanotte e nel buio passavano lentamente gli ultimi uomini della Wehrmacht con le mitragliatrici sulle spalle e i nastri di pallottole appesi al collo. Noi avevamo ancora qualche pezzo lontano che stava ultimando metodico la scorta di granate. I colpi partivano ad intervalli regolari, quasi annunciassero la nascita dell'erede al trono".



Tenente Mario Gandin, aggregato al Gruppo d'artiglieria "Colleoni", Fronte del Senio, aprile 1945, dal suo libro "La caduta di Varsavia".

giovedì 20 ottobre 2011

Attraverso la Sublime Porta. La Turchia nei resoconti dei viaggiatori italiani del Settecento, di Andrea Castagnino



Andrea Castagnino

Attraverso la Sublime Porta
La Turchia nei resoconti dei viaggiatori italiani del Settecento

In un secolo quale fu il Settecento, secolo dei lumi, l’Europa attraversata da una nuova cultura, si volgeva verso l’Oriente islamico con una rinnovata attenzione; non più terra di misteri, luogo di orrore e quindi di continue incomprensioni con l’Occidente cristiano, bensì ora un mondo da scoprire e svelare secondo i canoni della nuova cultura illuminista legata alla razionalità assoluta. I territori dell’Impero ottomano verranno attraversati da viaggiatori e ricercatori come Giuseppe Sorio, Giacomo Casanova, Giovanni Battista Casti e Domenico Sestini che, in un progressivo prolungamento di quello che fu il Grand Tour dell’Europa continentale e peninsulare, si spingeranno in queste terre penetrandovi fin nel loro cuore. Si trattava soprattutto di studiosi dalla poliedrica formazione, i quali, dapprima interessati alle antiche vestigia del mondo classico, non trascurarono poi di penetrare una cultura così diversa dalla loro ma da secoli presente sia nell’area dell’Europa mediterranea sia in quella continentale.

F.to 12x17 brossura, 110 pagg., alcune ill. b/n, Euro 12,00.

Edito da Ass. Cult ITALIA Storica, Genova 2011.
Info e ordini: ars_italia@hotmail.com

giovedì 13 ottobre 2011

Dino Campini, Ferrea Mole, Ferreo Cuore - Le battaglie dei Carristi della Centauro, dell’Ariete e della Littorio, 1940-1943




Novità:


Dino Campini

Ferrea Mole, Ferreo Cuore
Le battaglie dei Carristi della Centauro, dell’Ariete e della Littorio in Abissinia, Spagna, Francia, Balcani, Libia, Egitto e Tunisia

Molti sono i libri che analizzano le caratteristiche tecniche dei mezzi corazzati italiani nella seconda guerra mondiale, ma pochi quelli che presentano in dettaglio gli uomini e le battaglie dell’arma corazzata italiana come questo libro: Dino Campini, già comandante il IV Btg. Carri M del 133° Rgt. Corazzato, dà un quadro vivido e storicamente accurato dei combattimenti delle unità carriste italiane in Abissinia, Spagna, Francia, Balcani, Libia, Egitto e Tunisia, ricostruendo gli scontri minori e le grandi battaglie alternando abilmente le relazioni ed i diari di guerra ufficiali e le testimonianze e i ricordi dei protagonisti, dai comandanti ai semplici carristi.

Sono inoltre descritte le difficili origini dell’arma corazzata italiana e l’inadeguatezza delle tattiche e dei mezzi impiegati, rivelatasi sempre più grave con il progredire del conflitto e con la mancata evoluzione tecnica dei corazzati italiani per tenerli al passo con i nuovi carri avversari; risaltano ancora più, date queste premesse, le doti di valore e di abilità professionale dimostrate sul campo dagli equipaggi carristi e da molti dei loro ufficiali.

In appendice, due testimonianze di “assi” dei corazzati italiani e le motivazioni delle Medaglie d’Oro al Valor Militare dei carristi, mentre l’ampio corredo iconografico originale dell’opera è integrato nella presente edizione da numerose fotografie inedite di un veterano del 65° Fanteria Motorizzata, ritraenti tra l’altro carri M dell’Ariete in azione e mezzi corazzati inglesi distrutti e catturati.

F.to 17x24 brossura, 264 pagg., 114 ill. in b/n e alcune mappe, Euro 24,00.
Edito da Associazione Culturale "ITALIA Storica", Genova, 2011
Info: ars_italia@hotmail.com Blog http://associazioneitalia.blogspot.com/

martedì 11 ottobre 2011

SECONDA EDIZIONE: DAL GOVERNO BADOGLIO ALLA REPUBBLICA ITALIANA, di Elio Lodolini




Elio Lodolini

DAL GOVERNO BADOGLIO ALLA REPUBBLICA ITALIANA
Storia del "quinquennio rivoluzionionario" 25 luglio 1943 – 1° gennaio 1948 (con appendice del 2011)


Seconda edizione riveduta e aumentata



La tesi presentata da Elio Lodolini, decano degli archivisti italiani, in questo suo documentato libro “controcorrente” e basata su una minuziosa ricostruzione degli eventi storici e sull’attenta analisi delle norme del nostro diritto costituzionale, è che il 25 luglio 1943 il Re Vittorio Emanuele III compì un colpo di Stato, nominando Badoglio a capo di un Governo di fatto, Governo illegittimo, e sopprimendo quasi tutti gli organi costituzionali. Con la “resa incondizionata” (non semplice “armistizio”) del settembre 1943 il Governo Badoglio cedette tutti i poteri al nemico (angloamericani e sovietici) e cessò di esistere anche come governo illegittimo. Nei territori man mano occupati dagli angloamericani l’unico governo fu quello di questi ultimi, attraverso due loro organismi: il Governo Militare Alleato dei territori occupati e la Commissione Alleata di Controllo in quattro province della Puglia. Nei territori non occupati dagli angloamericani sorse la Repubblica Sociale Italiana, unico governo indipendente del 1943-1945. Dopo la fine della R.S.I. tutto il territorio italiano fu occupato e governato dal nemico, gli angloamericani e i sovietici, che rimasero sempre giuridicamente “nemici” anche in regime armistiziale e durante la “cobelligeranza”. Con la firma del così detto “trattato” di pace (in realtà diktat non negoziabile) e con l’esecuzione di esso, dal 16 settembre 1947 cessò lo stato di guerra e di occupazione nemica e l’Italia tornò ad essere uno Stato indipendente, retto da un governo provvisorio, governo di fatto. Con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, dal 1° gennaio 1948 l’Italia ebbe di nuovo un governo legittimo, come quello che aveva avuto ininterrottamente dall’Unità (1861) al 25 luglio 1943.

F.to 14x21, brossura, 340 pag., Euro 28,00 Edito da Associazione Culturale "ITALIA Storica", Genova, 2011.

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Rara foto in divisa da Ufficiale della Regia Marina

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
A Nettuno, nel Btg. Barbarigo della Xa MAS

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Assieme ai suoi marò del Barbarigo

Decima MAS

Decima MAS
Ufficiali del Btg. Maestrale (poi Barbarigo): Tognoloni, Cencetti, Posio, Riondino...

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano
L'azione di Chiarello e Candiollo in copertina all'Illustrazione del Popolo del 19 marzo 1944