domenica 27 gennaio 2008

Il Battaglione Barbarigo ad Anzio-Nettuno

Riportiamo la relazione sulle azioni del Battaglione “Barbarigo” e del Gruppo “San Giorgio” ad Anzio, inviata il 7 giugno 1944 dal Comandante della Decima Flottiglia MAS, il Capitano di Fregata Junio Valerio Borghese al Ministro delle FF.AA. della RSI, il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani ed al Capo di Stato Maggiore per la Marina Contrammiraglio Giuseppe Sparzani.

MlNISTERO DELLE FORZE ARMATE
Sottosegretariato di Stato per la MarinaUfficio del Sottocapo di Stato Maggiore Operativo
Reparto F.M. P.d.C. 781 lì 7.6.44. XXII°Prot. n. 02231 Alleg. 4

ARGOMENTO: Rapporto sul Battaglione Barbarigo e sul Gruppo Artiglieria "San Giorgio".

Al Ministro delle FF.AA. tramite e, per conoscenza, Al Capo di Stato Maggiore per la Marina

SEGRETO RlSERVATO PERSONALE

Premesse

Il Battaglione Barbarigo al suo arrivo in linea costituí, su richiesta degli alleati, n. 2 Batterie da 105 con uomini tratti dagli effettivi del Battaglione. In seguito, alle due costituite Batterie fu data la físionomia di Gruppo, inviando dal Deposito un Comandante del Gruppo ed altri Ufficiali con del personale.Il Battaglione ed il Gruppo sino al 12/5 assunsero la forma di un Gruppoda Combattimento agli ordini del Comandante di Corvetta Bardelli.Alla data suindicata, il suddetto Ufficiale rientró per assumere l'organizzazione del costituendo I Reggimento della Divisione "Decima" e le due unitá si scissero in Battaglione di Fanteria agli ordini del Tenente di Vascello Vallauri ed in Gruppo d'Artiglieria agli ordini del Tenente di Vascello Carnevale.Entrambe le unitá, che in seguito, per abbreviazione, chiameró con il nomedi "Barbarigo", furono assegnate alla 715° Divisione Motorizzata agli ordinidel Generale Hildebrand. In particolare, sia il Battaglione che le Batterie erano agli ordini del Colonnello von Schellerer che comandava il Kampfgruppe omonimo.In sostanza, peró, agli ordini diretti del Colonnello von Schellerer vi sono state solo tre Compagnie sulle quattro del Battaglione e le due Batterie.Una Compagnia era sempre agli ordini di altri Comandi (Canale Mussolini o Terracina). Le due Batterie erano agli ordini del Gruppo d'Artiglieria germanico aggregato al Gruppo v. Schellerer, la Batteria d'accompagnamento era agli ordini diretti del Gruppo e le Compagnie suddivise tra i Battaglioni germanici, sempre del Gruppo.Il Comando del Barbarigo per ordine del Col. v. Schellerer ha sempre operato al fianco del Comando dell'11° Battaglione del 735° Reggimento Granatieri. Fu piú volte prospettato al Col. v. Schellerer di portare il Comando del Barbarigo accanto al Comando del Gruppo da Combattimento tedesco; ma di tali richieste non fu mai tenuto molto conto.In occasione del ripiegamento, i reparti germanici si trovavano quasi tuttialle dipendenze del Col. v. Schellerer (ad eccezione di un plotone della 1°Compagnia rimasto a Cisterna e che si é immolato al completo), ossia alledipendenze di vari Comandi tedeschi, tutti peró dipendenti da detto Ufficia-le Superiore.Svolgimento della situazione durante il ripiegamentoNonostante il continuo contatto tra il Comando del Battaglione ed il Comando dell'11°/735, contatto reso ancora piú intimo per la personale amicizia tra i due Comandanti, nulla fu mai accennato al Comandante del Battaglione circa l'opportunitá di predisporre un ripiegamento. Tuttavia, giá da alcuni giorni erano stati insistentemente richiesti ordini per l'arretramentodei magazzini e dell'autoreparto; ma fu risposto che il Comando del Gruppoavrebbe eseguito una ricognizione nella zona e che sarebbero giunti ordini aricognizione eseguita.Come da notizia ottenuta in seguito, il Comando della Divisione inizió il suo ripiegamento il giorno 23/5.Il giorno 24/5 il Tenente di Vascello Vallauri, Comandante del Battaglione, si portava alle ore 11 al Comando v. Schellerer di sua iniziativa, per riferirecirca l'avvenuto rientro di due plotoni della 2° Compagnia da Cisterna e perchiedere ordini al riguardo. Con somma meraviglia notava che si stava te-nendo un rapporto a tutti i Comandanti di Reparto del Gruppo v. Schellerer e che tutto era pronto per una rapida partenza.Atteso sino alle ore 14 che il detto rapporto fosse terminato, ricevette ordi-ni verbali che si possono così sintetizzare:- inizio del ripiegamento su altre posizioni alla sera dello stesso giorno;- immutate dipendenze tattiche e logistiche di ciascun reparto italiano daidiversi Comandi tedeschi;- modalitá del ripiegamento da apprendersi per ogni reparto italiano daidetti vari comandi tedeschi.I reparti hanno quindi ripiegato isolatamente e non ci si puó meravigliarese é mancato ogni collegamento tra comandi dei reparti ed il Comando delBarbarigo ed a volte tra comandi germanici e comandi italiani, quando lostesso C.do dell'11°/735 presso il quale é sempre rimasto il Comando delBattaglione perse piú volte il contatto con i comandi dipendenti, laterali esuperiori. Per tale mancanza di collegamenti, per gli stessi reparti tedeschiche si trovavano alla retroguardia fu necessario addivenire ad un nuovo qua-dro di dipendenze.Nessun reparto italiano abbandonato così a se stesso si é sbandato: tuttihanno cercato con ogni mezzo di riprendere il collegamento, reso piú arduodall'azione di partigiani che impediva l'uso di staffette su di un fronte cosìvasto ed in zona montagnosa. Spostandosi la battaglia verso Tivoli e Roma enon riuscendo i reparti a stabilire alcun collegamento, questi hanno conti-nuato a combattere isolati fino a quando i comandanti di propria iniziativadecidevano di rientrare nella caserma di Roma, ove prevedevano la possibilitá di raccogliersi e di ricevere nuovo ordini per l'impiego.Il giorno 27 era rimasta in linea la 4° Compagnia alle dipendenze del 1°/735 ed il Comando del Battaglione con un plotone della 1° Compagnia alledipendenze dell'11°/735.L'episodio del forzato disarmo della 4° Compagnia costringeva il Coman-dante del Battaglione ad ordinare il rientro a Rorna della Compagnia ed apresentarsi egli stesso al Comando della 735° Divisione per protestare del-l'avvenuto disarmo e comunicare a detto Comando della decisione presa.Il giorno 30 tutto il Battaglione e le Batterie erano radunate a Roma (leperdite durante il ripiegamento sono state di 2 Ufficiali, 11 Sottufficiali e 110 tra Sottocapi e Maró) e sarebbe stato possibile impiegare nuovamente la gente se il comportamento dell'alleato nelle recenti vicende non avesse creato negli uffíciali e nei marinai una notevole diffidenza della sua lealtá nei loro riguardi.Il Comandante di Corvetta Bardelli, Comandante del Reggimento, da meinviato a Rorna, non appena fu informato della situazione colá creatasi, siadoperó sino dal giorno del suo arrivo a far sì che fosse immediatamentesventata la manovra di addossare ai reparti, che avevano fatto piú del lorodovere, l'insuccesso tattico della 735° Divisione con susseguente crisi.Il detto Ufficiale si adoperó poi a far sì che al Barbarigo arrivassero ordinichiari e precisi per il successivo impiego.In seguito a vari ordini e contrordini, il giorno 3 pomeriggio il Battaglionefu posto agli ordini del Comandante tedesco della cittá di Roma ed una Compagnia di formazione, di 130 marinai con 6 Ufficiali prese posizione lungo la Via Appia a 10 km a sud di Roma alle ore 20 di detto giorno, con il compito di assicurare la ritirata da Roma delle unitá tedesche. Alle prirne ore del giorno 4 giugno il Battaglione che aveva soltanto ricevuto l'ordine di ripiegare contrariamente a tutti i precedenti avvisi, iniziava il trasferimento verso La Spezia. A causa della crisi di automezzi e della sorpresa causata dall'ordine improvviso, i reparti stanno ora affluendo a piccoli gruppi, dove vengono rimessi in ordine ed avviati in breve licenza prima di riprendere la formazione e l'addestramento.ConsiderazioniLe caratteristiche e gli sviluppi del ripiegamento erano in gran parteprevedibili; é opportuno, peró, nella presente circostanza studiare le cause,siano esse delle colpe o dei meriti, onde trarre ammaestramenti per l'avveni-re.1. Il Battaglione non é mai stato dal Comando Operativo Germanico impie-gato unitariamente. Ne viene di conseguenza che in fase di movimento si é determinata una evidente crisi di dipendenze, resa piú accentuata dall'analoga crisi verificatasi nei comandi germanici.2. La scissione non é stata ordinata soltanto tra i reparti, ma talvolta nell'in-terno delle stesse compagnie, plotoni e squadre, offrendo grandi possibilitá agli elementi peggiori dell'alleato di svolgere una nefasta propaganda sui marinai e di dimostrare una mentalitá orientata ancora sull'8 settembre.3. Le relazioni tra comandi germanici e comandi italiani sono state ottimefino a quando si é trattato di elementi che da tempo collaboravano insieme.I comandi germanici si sono sempre dimostrati privi di ogni comprensione e talvolta decisarnente ostili, non appena la situazione ha portato le unitá a dipendere da comandi che non erano stati con loro in linea.4. I reparti sono rimasti compatti nella crisi di ordini ed hanno ripiegato siapure di iniziativa, ma sempre combattendo. Si puó forse muovere una cri-tica ai comandanti che hanno condotto i loro reparti a Roma, ma ció era anche naturale, perché solo lì era prevedibile una riunione dei reparti e la soluzione immediata del problema alimentare (nessun reparto aveva avuto i promessi viveri di marcia, ma solo l'ordine in partenza di "arrangiarsi"). Tale ordine era facilmente eseguibile da truppe tedesche in terra italiana, ma non lo era altrettanto da parte nostra.InsegnamentiDa quanto é sopra detto si debbono trarre i seguenti punti base per ognifuturo invio di truppe regolari italiane in linea.1. Non basta inviare solo uomini che debbono poi dipendere in ogni minimacosa dai reparti alleati, il che provoca come conseguenza che la dipendenza logistica comporta l'assoluta dipendenza tattica e lo spezzettamento dei reparti.Occorre quindi inviare in linea unitá di gran lunga maggiori al Battaglioneod al Gruppo d'Artiglieria e soprattutto dotate di tutti i mezzi che qualunque fase del combattimento possa richiedere. Dette unitá debbono essere maggiormente addestrate di quanto non lo fosse il Barbarigo (questo è sceso in linea per il solo 'impegno morale' di essere unica unitá delle FF.AA. della Repubblica al fianco dei germanici alla difesa di Roma), dotate di mezzi di comunicazione e di propria autonomia, onde consentirne l'impiego unitario, unico impiego veramente redditizio e sul quale, anche secondo la recente esperienza, si puó fare senz'altro il piú sicuro affidamento.2. L'impiego di volontari é senz'altro da ripetersi, in quanto dette formazio- ni, per la loro stessa origine, hanno piú mordente e maggiore facoltá di riprendersi dopo una crisi. Ne fanno testimonio i 130 marinai che, dopo la delusione avuta, scarsamente armati e dotati solo del loro entusiasmo e della loro fede, si sono portati in linea la sera del 3 giugno, mentre vedevano ritirarsi i carri armati e le altre unitá germaniche. Senza peccare di troppo usata retorica, i detti marinai sono partiti per un'avventura che lasciava facilmente prevedere la quasi sicura fine per tutti, cantando a gran voce e suscitando la commossa ammirazione dei tedeschi in ritirata.3. Il Barbarigo é prontamente ricostruibile ed il recente ripiegamento ha per-messo di fare la selezione dei quadri e della gente, pur essendo costato la perdita di ottimi elementí.AllegatiSi allegano i rapporti circostanziati e di dettaglio del Comandante diCorvetta Umberto Bardelli sull'argomento.

IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE OPERATIVO

F.to Borghese

Nessun commento:

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Rara foto in divisa da Ufficiale della Regia Marina

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
A Nettuno, nel Btg. Barbarigo della Xa MAS

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Assieme ai suoi marò del Barbarigo

Decima MAS

Decima MAS
Ufficiali del Btg. Maestrale (poi Barbarigo): Tognoloni, Cencetti, Posio, Riondino...

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano
L'azione di Chiarello e Candiollo in copertina all'Illustrazione del Popolo del 19 marzo 1944