giovedì 13 maggio 2010

Un "repubblichino" testimone del Massacro di Setif, tragedia narrata nel film "Hors la loi" presentato a Cannes

Oggi si parla di nuovo del "Massacro di Setif" grazie al film in concorso a Cannes "Hors la loi" di Rachid Bouchareb; testimone di quella tragedia fu Pierluigi Tajana, artigliere alpino prima dell'8 settembre e poi nel Battaglione Barbarigo della Decima MAS, prigioniero in Algeria nel POW Camp 211. Ecco la sua testimonianza, tratta dal suo libro di memorie Il bocia va alla guerra, edito dall'Associazione ITALIA:


Tajana (secondo da sx) sul fronte greco.

Un giorno, di prima mattina, vedemmo passare lungo la strada principale che portava a Costantina, alla massima velocità, camionette, Jeep e autoblinde cariche di soldati. In cielo vedemmo moltissimi aerei e dopo poco sentimmo il rumore di intensi bombardamenti. Ci chiedevamo se fosse stata un’esercitazione; il tutto durò un paio d’ore, poi cessò. Dopo due giorni riuscimmo a sapere cosa era successo dai Padri Bianchi francesi, frati dal saio bianco, probabilmente dell’ordine benedettino, che venivano da noi per assistere i credenti e dire messa. Quel mattino erano molto agitati. Ci raccontarono che a Costantine, una cittadina a duecento chilometri circa da Algeri, c’era stato un massacro di qualche centinaio di arabi. Il finimondo era dovuto a motivi prettamente politici; gli inglesi, alla fine delle ostilità ritenevano che l’Algeria dovesse acquisire la libera nazionalità ed avevano fornito segretamente delle armi. Accordi successivi sancirono che l’Algeria sarebbe rimasta soggetta al governo francese. Gli arabi, insoddisfatti da quel voltafaccia inglese e, per di più armati, erano un continuo pericolo per la presenza Alleata. L’azione di Costantine fu un metodo efficace per rendere attivo il bando di qualche giorno precedente relativo all’obbligo della consegna delle armi da guerra. La pena era il carcere. A Costantine, a seguito della festa del ramadan, si erano adunati gli armati arabi, per dimostrazioni militari; le truppe francesi, che noi avevamo visto passare e sentito poi sparare, fecero uno scempio di quel raduno. Ebbi l’occasione di leggere in quei giorni un giornale algerino scritto in francese; la notizia dell’eccidio di Costantine non era in prima pagina, ma all’interno con titolo: I moti di Costantine troncati sul nascere. Poche righe di commento, nessuna recriminazione. In pochi in Europa penso siano venuti a conoscenza di quel massacro perpetrato a guerra finita [l’otto maggio 1945, a Sétif, località vicino a Costantine, una parata di indipendentisti algerini sfociò in dei disordini che furono duramente repressi dai francesi, che spararono sulla folla uccidendo alcune centinaia di dimostranti. A ciò fecero seguito diversi attacchi degli arabi, che uccisero 102 europei. L’esercito francese entrò allora in azione, uccidendo, secondo le stime più attendibili, dai seimila ai ventimila algerini (in massima parte non coinvolti negli attacchi contro i francesi) a Sétif e Guelma, vicino a Costantina, sia in diversi scontri, condotti anche con l’appoggio aereo, sia con rappresaglie contro intere comunità algerine. Il governo francese ha riconosciuto questi crimini commessi dalle sue FF.AA. solo nel 2005, quando furono definiti una “tragedia ingiustificabile”, NdC].

Dal libro Il bocia va alla guerra, edito da Associazione ITALIA.
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Il Comandante Bardelli

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