giovedì 17 gennaio 2008
La 4a Compagnia Mortai del Barbarigo
I marò della 4a Compagnia Mortai nel Canavese, estate 1944. Notare le divise estive, con le mostrine pentagonali tagliate a seguire il colletto (foto De Zerbi).
I marò della 4a Compagnia Mortai nel Goriziano, inverno 1944/1945. Notare le tenute mimetiche, il veterano Sottufficiale al centro, e la giovane età di molti marò (foto De Zerbi).
La 4a Compagnia era basata su un Plotone Comando, due Plotoni Mortai con tre mortai da 81 mm ciascuno e un Plotone Cannoni con due controcarro da 47/32, questi ultimi di limitata efficienza a causa della mancanza dei congegni di mira e delle poche munizioni disponibili.
Il comandante era il Tenente Pierluigi Tajana, e il comandante in seconda era il Tenente Alberto Piccoli; entrambi provenivano dagli Alpini.
Il mortaio da 81 mm in dotazione al “Barbarigo” era il modello 35, constante di tre parti: bocca da fuoco (20.4 chili), affusto a bipede (18 chili), piastra di appoggio (20 chili). Aveva sette cariche di lancio con il proietto normale (pesante 3.26 chili, dei quali 0.54 di esplosivo) e cinque cariche di lancio con il proietto a grande capacità (6.86 chili, dei quali 2 di esplosivo).
La gittata del proietto normale andava da un minimo di 150 metri ad un massimo di 3.100 metri, mentre la gittata massima del proietto a grande capacità era di solo 1.200 metri. D’altro canto il raggio di efficacia delle schegge del proietto a grande capacità era di ben 100-200 metri contro i 30-40 metri di quello normale. Le schegge del proiettile normale avevano una dispersione orizzontale notevole, molto valida nell’uso antiuomo.
Il rateo di fuoco era il seguente: di aggiustamento 18 colpi al minuto, di efficacia 30-35 colpi al minuto, ma nella pratica non si superavano i 10 colpi al minuto.
Etichette:
Armi,
Btg. Barbarigo,
Cp Mortai,
Storia,
Ten. Tajana,
Xa MAS
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento