lunedì 5 dicembre 2011

L'Associazione Culturale "Soldati al Fronte"



Presentiamo gli amici dell'Associazione Culturale "Soldati al Fronte":

L'Associazione culturale "soldati al Fronte" è un gruppo dedito alla ricostruzione e alla ricerca storica dei fatti d'arme del 900 con particolare attenzione agli eventi che hanno avuto luogo durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) nel teatro di guerra noto come Fronte Orientale, o "Fronte Russo".

L'Associazione non ha finalità politiche, ne è affiliata ad alcuna organizzazione connotata politicamente, scopo dell'associazione è promuovere la conoscenza di quello che nell'ambito della seconda guerra mondiale è un teatro poco noto al pubblico italiano, e poratre avanti il ricordo di quegli uomini e quelle donne, Tedesche, Italiane, e delle varie popolazioni dell'allora Unione Sovietica, che hanno combattuto e sono morte, nella più grande operazione bellica terrestre nella storia dell'uomo.

www.soldatialfronte.it

domenica 4 dicembre 2011

Con i Panther della "Brandenburg" - Gli ultimi combattimenti sul Fronte Orientale, aprile-maggio 1945



Eduard Bodenmüller

a cura di Andrea Lombardi

Con i Panther della "Brandenburg"


Gli ultimi combattimenti sul Fronte Orientale
nel diario di guerra di un carrista della Panzergrenadier-Division "Brandenburg", Febbraio-maggio 1945


Questo libro presenta il diario di guerra di Eduard Bodenmüller, relativo alle sue esperienze come Sottufficiale e Capocarro di Panther nella Panzergrenadier-Division “Brandenburg” negli ultimi combattimenti per la difesa del Reich sul Fronte Orientale tra l’Oder e il Neisse, dal gennaio al maggio 1945. Il diario giornaliero di Bodenmüller dà un’immagine cruda e veritiera dei duelli tra i Panther e i T-34/85 e gli JS-2 Stalin sovietici, e dei disperati tentativi tedeschi di contenere l’inarrestabile avanzata dell’Armata Rossa in Slesia. Il testo è accompagnato da appendici sulle azioni della “Brandenburg” nel 1945 e sui decorati della Ritterkreuz della Divisione, una cronologia delle operazioni delle unità del Panzerkorps “Grossdeutschland”, numerose mappe e fotografie relative a queste battaglie, e da tavole a colori presentanti i fregi, le decorazioni e i documenti originali appartenuti a Eduard Bodenmüller.

L’autore del diario

Eduard Bodenmüller nasce il 23 aprile 1922 a Stoccarda nel Baden-Württemberg. Nell’aprile 1944 fu insignito del Panzerkampfabzeichen in Silber e nel maggio 1944 della Eisernes Kreuz di seconda classe. Ormai Unteroffizier e carrista veterano fu assegnato nel 1945 alla 4. Kompanie del I Abteilung, del Panzer-Gruppe Wietersheim della Panzer-Grenadier-Division “Brandenburg”. Per le azioni da lui narrate in questo suo diario fu poi decorato della Eisernes Kreuz di prima classe il 19 marzo 1945, e del Panzerkampfabzeichen mit Einsatzzahl “25” il 20 febbraio, quest’ultimo distintivo conferito per aver partecipato a 25 azioni di combattimento tra corazzati, durante le quali era stato tra l’altro ferito più volte. Promosso Offizierantwärter, fu anche raccomandato per la Deutsches Kreuz in Gold, ma la decorazione non risulta concessa.


F.to 17x24, brossura, 72 pagine, 50 foto b/n e mappe, 2 tavole a col., Euro 14,00

Edito da Ass. Cult. ITALIA Storica, info e ordini diretti ars_italia@hotmail.com


Disponibile inoltre presso Tuttostoria, Spazio Ritter e Libreria Militare (MI), Libreria Roma e Libreria Ares (RM), e altre librerie specializzate.

venerdì 4 novembre 2011

giovedì 27 ottobre 2011

L'ultimo combattimento della Decima MAS sul Senio, aprile 1945





"Un giorno, in pieno sole, il cielo cominciò a vibrare quasi improvvisamente nel fragore di centinaia di motori a pieno regime, e in pochi minuti la campagna mutò violentemente aspetto diventando un grigio disperato. La terra si mise a tremare, e una muraglia di polvere e fumo si alzò al disopra dei campanili ad oscurare l'orizzonte. Per due ore, centinaia di bombardieri a bassa quota continuarono invece a preparare il terreno dall'alto, chilometro per chilometro, dalla via Emilia ad Alfonsine.La muraglia di fumo sembrava scaturire con violenza naturale dalla terra stessa, avvolgeva i paesi, la pianura, ogni cosa. La Morte correva impazzita per i campi a cercarci. Avvertii l'ondata accostarsi velocemente, assordante, la vidi anche scuotere un filare di viti che si piegò come urlando sotto l'uragano, e fu come la terra stesse per mancarmi sotto e allora mi aggrappai ficcandovi le dita - e l'uragano passò in un baleno con un urlio spaventoso e pesante coprendomi d'aria e di terra e di sassi e tutto si muoveva e le orecchie fischiavano e il respiro non voleva più uscire dai polmoni. In batteria era tutto rovesciato e pieno di schegge e di terra, bossoli e granate buttati attorno ed anche un cannone piegato un poco sul fianco. Due feriti erano coricati in attesa dietro il muro di una casa. Passarono alcuni marinai con le barelle cariche, e dissero che alla batteria vicina c'erano anche dei morti. Gabriele aveva la divisa strappata e la faccia che sembrava uscita da una carbonaia; stava limando con cattiveria l'otturatore di un pezzo che non voleva chiudere, e teneva una sigaretta spenta tra le labbra. Arcangelo zoppicava attorno gridando ordini, e tutti lavoravano come dannati e capivano le cose al volo. Gli artificieri andavano in giro bestemmiando sulle ginocchia a cercare gli inneschi che si erano sparsi tra l'erba. L'attacco arrivò con un brontolio lontano e pesante di roccia che sta franando; allora noi aprimmo il fuoco sopra gli sbarramenti, alla cieca, e le bocche da fuoco rincularono urlando e liberandoci dalla tensione. Fu l'ultima sfuriata della guerra in Italia. Sparavano tutte le batterie e i gruppi tedeschi lungo il Santerno, e dall'altra parte c'era una bocca da fuoco ogni dieci metri; il mondo intero c'era, le schegge foravano gli scudi, i muri, spaccavano gli alberi, inginocchiavano gli uomini nell'erba, un fracasso da disastro ferroviario, bisognava urlare per intendersi; e non si capiva niente, però si capiva tutto, le ore passavano svuotando le riservette, la infermeria lavorava, il cimitero lavorava, tutti i santi lavoravano. Venne la sera e sparavamo ancora, venne la notte e sparavamo ancora, poi finirono le spolette e tirammo via le granate, così, tanto per sparare! Granate senza spolette, fuori anche loro, Cristo, fuori! Poi finirono anche le granate ed allora smettemmo davvero di sparare. Era mezzanotte e nel buio passavano lentamente gli ultimi uomini della Wehrmacht con le mitragliatrici sulle spalle e i nastri di pallottole appesi al collo. Noi avevamo ancora qualche pezzo lontano che stava ultimando metodico la scorta di granate. I colpi partivano ad intervalli regolari, quasi annunciassero la nascita dell'erede al trono".



Tenente Mario Gandin, aggregato al Gruppo d'artiglieria "Colleoni", Fronte del Senio, aprile 1945, dal suo libro "La caduta di Varsavia".

giovedì 20 ottobre 2011

Attraverso la Sublime Porta. La Turchia nei resoconti dei viaggiatori italiani del Settecento, di Andrea Castagnino



Andrea Castagnino

Attraverso la Sublime Porta
La Turchia nei resoconti dei viaggiatori italiani del Settecento

In un secolo quale fu il Settecento, secolo dei lumi, l’Europa attraversata da una nuova cultura, si volgeva verso l’Oriente islamico con una rinnovata attenzione; non più terra di misteri, luogo di orrore e quindi di continue incomprensioni con l’Occidente cristiano, bensì ora un mondo da scoprire e svelare secondo i canoni della nuova cultura illuminista legata alla razionalità assoluta. I territori dell’Impero ottomano verranno attraversati da viaggiatori e ricercatori come Giuseppe Sorio, Giacomo Casanova, Giovanni Battista Casti e Domenico Sestini che, in un progressivo prolungamento di quello che fu il Grand Tour dell’Europa continentale e peninsulare, si spingeranno in queste terre penetrandovi fin nel loro cuore. Si trattava soprattutto di studiosi dalla poliedrica formazione, i quali, dapprima interessati alle antiche vestigia del mondo classico, non trascurarono poi di penetrare una cultura così diversa dalla loro ma da secoli presente sia nell’area dell’Europa mediterranea sia in quella continentale.

F.to 12x17 brossura, 110 pagg., alcune ill. b/n, Euro 12,00.

Edito da Ass. Cult ITALIA Storica, Genova 2011.
Info e ordini: ars_italia@hotmail.com

giovedì 13 ottobre 2011

Dino Campini, Ferrea Mole, Ferreo Cuore - Le battaglie dei Carristi della Centauro, dell’Ariete e della Littorio, 1940-1943




Novità:


Dino Campini

Ferrea Mole, Ferreo Cuore
Le battaglie dei Carristi della Centauro, dell’Ariete e della Littorio in Abissinia, Spagna, Francia, Balcani, Libia, Egitto e Tunisia

Molti sono i libri che analizzano le caratteristiche tecniche dei mezzi corazzati italiani nella seconda guerra mondiale, ma pochi quelli che presentano in dettaglio gli uomini e le battaglie dell’arma corazzata italiana come questo libro: Dino Campini, già comandante il IV Btg. Carri M del 133° Rgt. Corazzato, dà un quadro vivido e storicamente accurato dei combattimenti delle unità carriste italiane in Abissinia, Spagna, Francia, Balcani, Libia, Egitto e Tunisia, ricostruendo gli scontri minori e le grandi battaglie alternando abilmente le relazioni ed i diari di guerra ufficiali e le testimonianze e i ricordi dei protagonisti, dai comandanti ai semplici carristi.

Sono inoltre descritte le difficili origini dell’arma corazzata italiana e l’inadeguatezza delle tattiche e dei mezzi impiegati, rivelatasi sempre più grave con il progredire del conflitto e con la mancata evoluzione tecnica dei corazzati italiani per tenerli al passo con i nuovi carri avversari; risaltano ancora più, date queste premesse, le doti di valore e di abilità professionale dimostrate sul campo dagli equipaggi carristi e da molti dei loro ufficiali.

In appendice, due testimonianze di “assi” dei corazzati italiani e le motivazioni delle Medaglie d’Oro al Valor Militare dei carristi, mentre l’ampio corredo iconografico originale dell’opera è integrato nella presente edizione da numerose fotografie inedite di un veterano del 65° Fanteria Motorizzata, ritraenti tra l’altro carri M dell’Ariete in azione e mezzi corazzati inglesi distrutti e catturati.

F.to 17x24 brossura, 264 pagg., 114 ill. in b/n e alcune mappe, Euro 24,00.
Edito da Associazione Culturale "ITALIA Storica", Genova, 2011
Info: ars_italia@hotmail.com Blog http://associazioneitalia.blogspot.com/

martedì 11 ottobre 2011

SECONDA EDIZIONE: DAL GOVERNO BADOGLIO ALLA REPUBBLICA ITALIANA, di Elio Lodolini




Elio Lodolini

DAL GOVERNO BADOGLIO ALLA REPUBBLICA ITALIANA
Storia del "quinquennio rivoluzionionario" 25 luglio 1943 – 1° gennaio 1948 (con appendice del 2011)


Seconda edizione riveduta e aumentata



La tesi presentata da Elio Lodolini, decano degli archivisti italiani, in questo suo documentato libro “controcorrente” e basata su una minuziosa ricostruzione degli eventi storici e sull’attenta analisi delle norme del nostro diritto costituzionale, è che il 25 luglio 1943 il Re Vittorio Emanuele III compì un colpo di Stato, nominando Badoglio a capo di un Governo di fatto, Governo illegittimo, e sopprimendo quasi tutti gli organi costituzionali. Con la “resa incondizionata” (non semplice “armistizio”) del settembre 1943 il Governo Badoglio cedette tutti i poteri al nemico (angloamericani e sovietici) e cessò di esistere anche come governo illegittimo. Nei territori man mano occupati dagli angloamericani l’unico governo fu quello di questi ultimi, attraverso due loro organismi: il Governo Militare Alleato dei territori occupati e la Commissione Alleata di Controllo in quattro province della Puglia. Nei territori non occupati dagli angloamericani sorse la Repubblica Sociale Italiana, unico governo indipendente del 1943-1945. Dopo la fine della R.S.I. tutto il territorio italiano fu occupato e governato dal nemico, gli angloamericani e i sovietici, che rimasero sempre giuridicamente “nemici” anche in regime armistiziale e durante la “cobelligeranza”. Con la firma del così detto “trattato” di pace (in realtà diktat non negoziabile) e con l’esecuzione di esso, dal 16 settembre 1947 cessò lo stato di guerra e di occupazione nemica e l’Italia tornò ad essere uno Stato indipendente, retto da un governo provvisorio, governo di fatto. Con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, dal 1° gennaio 1948 l’Italia ebbe di nuovo un governo legittimo, come quello che aveva avuto ininterrottamente dall’Unità (1861) al 25 luglio 1943.

F.to 14x21, brossura, 340 pag., Euro 28,00 Edito da Associazione Culturale "ITALIA Storica", Genova, 2011.

lunedì 26 settembre 2011

Statuto Associazione "ITALIA Storica" e Modulo d'iscrizione






STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE STORICA “ITALIA”

Art. 1 COSTITUZIONE E DENOMINAZIONE
È costituita ai sensi dell’art. 38 e seguenti del codice civile l’Associazione denominata Associazione Culturale “ITALIA STORICA” .

Art. 2 OGGETTO
L’Associazione ha per oggetto lo studio, la diffusione, l’approfondimento della storia militare, sia delle FF.AA. italiane dal 1861 a oggi, sia di altre. L’Associazione non ha fini di lucro, è assolutamente apolitica e non pone pregiudiziale alcuna nei confronti di chiunque chieda l’iscrizione e la partecipazione alle attività sociali. L’Associazione può estendere le proprie attività anche a favore dei non soci, siano essi persone fisiche, giuridiche, enti o associazioni.

Art. 3 SEDE
La sede legale dell’Associazione è in Genova.L’Associazione potrà costituire delle sezioni nei luoghi in Italia che riterrà più opportuni ed idonei al fine di attuare gli scopi sociali.

Art. 4 FINALITÀ E SCOPI
L’Associazione ha come finalità: - la ricerca, lo studio, la raccolta e la conservazione del patrimonio storico militare delle FF.AA. italiane e di altre nazioni; - la partecipazione a manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalle autorità competenti ovvero la loro organizzazione con Comuni ed Enti statali privati;- l’organizzazione di viaggi studio, corsi di formazione e/o di informazione, incontri e collaborazione con Enti statali e privati italiani e stranieri analoghi- l’organizzazione di mostre autorizzate tramite la raccolta e la conservazione di materiali e reperti storici dell’Esercito Italiano- la divulgazione delle ricerche storiche e in altri ambiti culturali effettuate tramite audiovisivi, cd, pubblicazioni e un sito internet.
- La partecipazione e l’organizzazione di manifestazioni autorizzate di rievocazione storica intesa come l’ipotesi più probabile e veritiera possibile di “ricostruzione del passato” e/o di un ben preciso evento storico in modo tale che, attraverso l’intrattenimento, venga effettuata una reale opera di tutela della propria memoria storica, ed identità culturale.Tutto quanto sopra e di seguito enunciato nel più rigoroso rispetto delle vigenti leggi.- Ha inoltre lo scopo di promuovere e diffondere la pubblicistica derivante dagli studi storici e da altri ambiti culturali dei soci; di fornire ai soci e o a terzi che ne facciano richiesta servizi di consulenza nelle materie oggetto dello scopo sociale.

ART. 5
La durata dell'Associazione è stabilita fino al 31 Dicembre 2050.

ART. 6
Sono Soci dell'associazione i fondatori;le persone che intendono dare il loro apporto personale, volontario e gratuito per il conseguimento degli scopi associativi, che si riconoscono ed accettano le regole del presente statuto e che ottengono il placet del direttivo (soci ordinari); le persone che sottoscrivono la tessera annuale di appartenenza all’associazione (associati).Spetta al Consiglio Direttivo deliberare sull'ammissione dei soci ordinari con voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri.

ART. 7
Sono associati coloro che sottoscrivono la tessera dell’associazione e corrispondono il costo annuale.Non hanno diritto di intervento né di voto alle riunioni dell’Assemblea dei soci ordinari. Il Direttivo può conferire ad uno o più associati, previa accettazione, mandato ad singula acta.Il mancato rinnovo annuale della tessera comporta l’automatica decadenza dalla qualità di associato.L’Assemblea dei soci ordinari può deliberare il diniego del rinnovo della tessera per un associato sulla base di comprovati motivi. In caso di grave violazione delle norme che regolano il presente atto costitutivo o di comportamento pregiudizievole per l’Associazione stessa e/o per un componente del Consiglio Direttivo o per un socio ordinario, l’Assemblea dei Soci Ordinari può deliberare l’immediata espulsione, previa comunicazione scritta al socio in oggetto, al quale è data facoltà di replica.

ART. 8
I soci ordinari hanno diritto di partecipare alle Assemblee, di votare direttamente, di svolgere il lavoro preventivamente concordato e di recedere dall'appartenenza all'organizzazione. I soci ordinari hanno l'obbligo di rispettare le norme del presente statuto e di cooperare per il conseguimento dell’oggetto sociale.
L’adesione all’associazione è a tempo indeterminato fatto salvo il diritto di recesso.
La qualità di socio ordinario viene meno in seguito a: rinuncia volontaria da comunicare per iscritto al Presidente; morte o perdita della capacita' di agire; per indegnità deliberata dal Consiglio Direttivo.

ART. 8.1 La quota sociale o contributo associativo è intrasmissibile e non rivalutabile.

ART. 9
Il patrimonio dell'Associazione è costituito dai proventi derivanti dalle tessere sottoscritte dai singoli associati, da donazioni, lasciti e dalle eventuali eccedenze di bilancio. Le entrate sono costituite da contributi associativi, da sovvenzioni dello Stato e di enti pubblici o privati, dai rimborsi delle attività svolte e dall’erogazione di contributi degli Enti Locali e della Comunità Europea.

ART. 10
L'esercizio finanziario si chiude al 31 dicembre di ogni anno.Entro il mese di aprile deve essere convocata l'assemblea per approvare il bilancio consuntivo e la relazione del Presidente e per determinare eventualmente la modifica del costo della tessera associativa.La perdita della qualità di socio ordinario o di associato per qualsiasi causa non comporta un diritto sul patrimonio dell'Associazione, né rimborsi, né corrispettivi ad alcun titolo. All’assemblea il Presidente espone una relazione sull'attività svolta nell'anno precedente e sull'attività prevista per l'anno in corso.

ART. 10.1
E’ fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitali durante la vita dell’Associazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposti dalla legge.

ART. 11
Sono organi dell'Associazione: l'Assemblea dei soci ordinari; il Consiglio Direttivo; il Presidente.Le cariche sociali sono gratuite salvo il rimborso delle spese vive incontrate dai componenti degli organi sociali nell'espletamento dei lori incarichi.

ART. 12
L'Assemblea dei Soci si riunisce su convocazione del Presidente stesso in via ordinaria e una volta all'anno. Spetta all'assemblea deliberare sul bilancio consuntivo, nominare i componenti del Consiglio Direttivo ad esclusione dei primi, nominati in sede costituente.
L'assemblea si convoca inoltre qualora il Presidente ritenga opportuno o ne sia fatta richiesta da almeno la metà dei soci o da almeno due terzi dei componenti del Consiglio Direttivo.

ART. 13
L'assemblea delibera validamente con il voto favorevole della maggioranza dei soci presenti unitamente al voto favorevole di tutti i soci fondatori presenti.Qualora non vi sia l'approvazione da parte di tutti i soci fondatori presenti, le deliberazioni dovranno essere adottate in una successiva assemblea con il voto favorevole della maggioranza dei due terzi dei soci aventi diritto al voto.Non è ammesso il voto per delega.

ART. 14
Il Consiglio Direttivo è composto per la prima volta dai soci fondatori, ossia dei sigg. Andrea Lombardi, Giovanni Buongirolami, Fabrizio Cortese, Emanuele Mastrangelo e Carlo Cucut, e dura in carica 10 anni. Successivamente il Consiglio Direttivo sarà composto da quattro membri, di cui tre eletti tra i soci fondatori e uno eletto tra tutti i componenti dell’Assemblea, e tra i restanti soci fondatori. Il Consiglio Direttivo resta in carica per 10 anni e i suoi componenti sono rieleggibili.Il Consiglio Direttivo è investito di tutti i poteri per lo svolgimento dell'attività sociale, per il raggiungimento degli scopi associativi, per la delibera di modifica dell’atto costitutivo e di scioglimento dell’Associazione, eccetto per le materie riservate alla decisione dell'assemblea. E’ altresì competente a decidere l’ammontare del costo della tessera associativa annuale.Il Consiglio Direttivo inoltre rilascia il placet in merito all’acquisizione della qualifica di socio ordinario. Le deliberazioni del Consiglio Direttivo sono prese a maggioranza con la presenza di almeno la metà dei componenti salvo quanto previsto al precedente art. 6 ed al successivo art. 15.In caso di parità dei voti, prevale il voto del Presidente.Il Consiglio può delegare determinati compiti in via continuativa al Presidente e ad uno o più dei suoi membri può attribuire le funzioni di amministratore ad un consigliere o ad altra persona.Il Consiglio delibera inoltre in merito alla scelta del professionista esterno all’Associazione che curi la contabilità dell’Associazione stessa.Il Consiglio Direttivo di norma viene convocato dal Presidente ovvero dai due terzi dei suoi componenti, con autoconvocazione con le modalità ritenute più idonee.Nessun compenso è dovuto al membri del Consiglio, salvo rimborso delle spese documentabili e sostenute nell’espletamento della propria funzione.

ART. 15
Il Presidente viene eletto per la prima volta dai soci fondatori, ed è stato individuato nel sig. Andrea Lombardi, così come il Segretario, individuato nel sig. Fabrizio Cortese.Alla scadenza del mandato, il Presidente ed il Segretario vengono eletti con la maggioranza dei voti dei componenti del Consiglio Direttivo. Il Presidente convoca e presiede le riunioni dell'assemblea e del Consiglio Direttivo, vigila sull'attuazione delle loro deliberazioni, compie gli atti d'urgenza da sottoporre alla ratifica del consiglio, intrattiene i rapporti con i terzi.Il Presidente ed il Segretario durano in carica fino alla scadenza o decadenza del Consiglio Direttivo e sono rieleggibili.

ART. 16
La rappresentanza legale dell'Associazione in giudizio e di fronte ai terzi e il potere di firma spettano al Presidente; il potere di firma può essere attribuito anche a coloro che hanno eventualmente ricevuto dal Consiglio Direttivo specifici incarichi, ciascuno nell'ambito dei compiti ad essi attribuiti.

ART. 17
Il Presidente è responsabile dell'osservanza di tutte le norme di legge che regolano tali attività: egli rappresenta l'associazione di fronte ai terzi, in conformità ai poteri delegati dal Consiglio Direttivo al quale dovrà relazionare periodicamente l'andamento della sua attività eseguendo le delibere del Consiglio Direttivo per quanto gli compete.Il Segretario verifica che le delibere dell’Assemblea vengano eseguite, redige i verbali delle riunioni, attende alla corrispondenza ed esegue quanto gli viene eventualmente demandato dall’Assemblea o dal Direttivo.

ART. 18
Lo scioglimento dell'Associazione è deliberato dal Consiglio Direttivo, con una maggioranza dei due terzi dei Soci aventi diritto al voto, che provvederà alla nomina di uno o più liquidatori. L'eventuale patrimonio esistente sarà devoluto ad un ente, una associazione o istituzione aventi scopo analogo od assimilabile e comunque designato dal Consiglio Direttivo, salvo diversa destinazione imposta dalla legge vigente al momento dello scioglimento.

ART. 19
Logo dell’Associazione è la scritta “ITALIA STORICA”, in campo rettangolare bipartito orizzontalmente rosso e bianco.

ART. 20
Per quanto non previsto dal presente statuto, si fa riferimento agli articoli del codice civile ed alle vigenti disposizioni legislative in materia.


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Associazione Culturale “ITALIA Storica”

Compilando il seguente modulo, si richiede il tesseramento annuale all’Associazione. Il costo dell’iscrizione è di Euro 20,00, che può essere versata sul Conto Corrente Postale N. 8857864 IBAN: IT-22-D-07601-01400-00008857864 intestato “ITALIA Storica”.


I campi contrassegnati da * sono da compilare obbligatoriamente.

Nome*_________________________________________________

Cognome*_____________________________________________

Codice fiscale*__________________________________________

Indirizzo*______________________________________________

Data di nascita*__________________________________________

Numero di telefono fisso____________________________________

Numero di telefono cellulare_________________________________

E-Mail________________________________________________

La domanda di iscrizione sarà esaminata dal Direttivo dell’Associazione; il responso verrà comunicato al richiedente via lettera o e-mail.

Con l’adesione il nuovo Socio si impegna a RISPETTARE IL REGOLAMENTO DELLO STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE e partecipare alle attività promosse. Il socio avrà diritto ad uno sconto del 30% sui libri editi dell’associazione per promuovere le opere dei propri soci, può avere sconti o ingressi gratuiti in molte delle manifestazioni storiche e di collezionismo militare che si svolgono in Italia.



Firma per presa visione:

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+ Il modulo debitamente compilato può essere inviato via E-Mail a: ars_italia@hotmail.com oppure via posta a: Associazione Culturale “ITALIA Storica”, Via Onorato 9/18, 16144 Genova (GE).

domenica 18 settembre 2011

Con i Panther della "Brandenburg" - Gli ultimi combattimenti sul Fronte Orientale, aprile-maggio 1945





Eduard Bodenmüller

a cura di Andrea Lombardi

Con i Panther della "Brandenburg"


Gli ultimi combattimenti sul Fronte Orientale
nel diario di guerra di un carrista della Panzergrenadier-Division "Brandenburg", Febbraio-maggio 1945


Questo libro presenta il diario di guerra di Eduard Bodenmüller, relativo alle sue esperienze come Sottufficiale e Capocarro di Panther nella Panzergrenadier-Division “Brandenburg” negli ultimi combattimenti per la difesa del Reich sul Fronte Orientale tra l’Oder e il Neisse, dal gennaio al maggio 1945. Il diario giornaliero di Bodenmüller dà un’immagine cruda e veritiera dei duelli tra i Panther e i T-34/85 e gli JS-2 Stalin sovietici, e dei disperati tentativi tedeschi di contenere l’inarrestabile avanzata dell’Armata Rossa in Slesia. Il testo è accompagnato da appendici sulle azioni della “Brandenburg” nel 1945 e sui decorati della Ritterkreuz della Divisione, una cronologia delle operazioni delle unità del Panzerkorps “Grossdeutschland”, numerose mappe e fotografie relative a queste battaglie, e da tavole a colori presentanti i fregi, le decorazioni e i documenti originali appartenuti a Eduard Bodenmüller.

L’autore del diario

Eduard Bodenmüller nasce il 23 aprile 1922 a Stoccarda nel Baden-Württemberg. Nell’aprile 1944 fu insignito del Panzerkampfabzeichen in Silber e nel maggio 1944 della Eisernes Kreuz di seconda classe. Ormai Unteroffizier e carrista veterano fu assegnato nel 1945 alla 4. Kompanie del I Abteilung, del Panzer-Gruppe Wietersheim della Panzer-Grenadier-Division “Brandenburg”. Per le azioni da lui narrate in questo suo diario fu poi decorato della Eisernes Kreuz di prima classe il 19 marzo 1945, e del Panzerkampfabzeichen mit Einsatzzahl “25” il 20 febbraio, quest’ultimo distintivo conferito per aver partecipato a 25 azioni di combattimento tra corazzati, durante le quali era stato tra l’altro ferito più volte. Promosso Offizierantwärter, fu anche raccomandato per la Deutsches Kreuz in Gold, ma la decorazione non risulta concessa.


F.to 17x24, brossura, 72 pagine, 50 foto b/n e mappe, 2 tavole a col., Euro 14,00



Edito da Ass. Cult. ITALIA Storica, info e ordini diretti ars_italia@hotmail.com


Disponibile inoltre presso Tuttostoria, Spazio Ritter e Libreria Militare (MI), Libreria Roma e Libreria Ares (RM), e altre librerie specializzate.

mercoledì 14 settembre 2011

Luigi Cadorna - Una biografia militare, di P. R. di Colloredo



Novità:

Pierluigi Romeo di Colloredo

Luigi Cadorna - Una biografia militare

Uno studio obiettivo della conduzione della guerra da parte di Cadorna porta alla smentita di tanti luoghi comuni spacciati per verità storiche: si scoprirà che l’esercito italiano, unico esercito alleato costantemente all’offensiva dall’inizio della guerra, fu quello che fece le maggiori conquiste territoriali, che le perdite italiane furono inferiori a quelle francesi ed inglesi, che le fucilazioni e gli atti d’indisciplina nell’esercito italiano furono molti meno di quelli avvenuti in Francia, che gli italiani nel 1917 avevano superato tecnicamente l’avversario, cui erano inferiori nel 1915, che Cadorna fu l’unico generale alleato a ragionare in termini di guerra di coalizione e non di guerra parallela. Sotto Cadorna l’esercito italiano inquadrò circa tre milioni di uomini, quanti mai né prima né dopo, e combatté le più grandi e sanguinose battaglie della propria storia arrivando ad essere una macchina militare mastodontica, lenta e possente, capace di rialzarsi senza l’aiuto alleato e vincere una guerra, dopo aver subito una catastrofica disfatta.
Viene analizzata approfonditamente la battaglia di Caporetto ed la ritirata al Piave, e sono integralmente riportati gli ordini del 18 settembre e del 10 ottobre 1917 dati ai Comandanti d’Armata alla vigilia di Caporetto, che smentiscono definitivamente la leggenda di un Cadorna sorpreso dagli avvenimenti e incredulo circa l’offensiva nemica: ordini che, se eseguiti, avrebbero cambiato le sorti della battaglia; è poi riportato anche lo studio fatto preparare da Cadorna già nel giugno 1917 sul’eventuale ripiegamento al Piave, che il Generalissimo applicò dopo Caporetto, salvando l’esercito e vincendo la battaglia d’arresto.
Anche la figura dello spietato macellaio, del fautore di una disciplina crudele ed ottusa tanto cara alla storiografia progressista viene ridimensionata sulla base della corrispondenza con il governo, riportata in appendice.
In questo lavoro la figura di Cadorna è vista come appare dai documenti d’archivio, dalla corrispondenza privata, dai giudizi di amici ed avversari, per restituirne un ritratto imparziale basato su una documentazione spesso inedita, che cerca di ristabilire la verità al di là di apologie e denigrazioni.

F.to 17x24, brossura, 274 pagg., alcune ill. e mappe, Euro 28,00, edito da Associazione Culturale “ITALIA Storica”.



Per info e ordini diretti:

Associazione Culturale “ITALIA Storica”

sabato 13 agosto 2011

Le operazioni aeronavali nel Mar Ligure 1940-1945, di Faggioni e Rosselli



LIGURPRESS SRL
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16121 GENOVA Italia
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venerdì 15 luglio 2011

STORIA DEL NOVECENTO LUGLIO/AGOSTO



E’ IN EDICOLA IL NUMERO DI LUGLIO/AGOSTO DI
STORIA DEL NOVECENTO

IN QUESTO NUMERO

LA DECIMA MAS ALL’ATTACCO DELLA BAIA DI TOKIO
di Daniele Lembo

LA STORIA E LA FINE DEL RAZZISMO VERSO I NERI NEGLI STATI UNITI
di Michele Angelini

STORIA DI UNA CANNONIERA DELLA REGIA MARINA E DEL SUO COMANDANTE
di Orazio Ferrara

ATTACCO AL CANALE DI PANAMA
I sommergibili portaerei giapponesi
di Daniele Lembo

“1956: l’EGITTO AGGREDISCE ISRAELE!”
(e con questa bugia gli insorti ungheresi poterono morire in solitudine)
di Giovanni Marizza

LA MADRE DI TUTTE LE BUGIE SULL’UNITA’ NAZIONALE
di Daniele Lembo

TRESIGALLO
di Matteo Di Marco

L’ARMATA ROSSA TRA LA PENNA DI RIBBENTROP E LA SPADA DI BARBAROSSA
di Dario Testi

giovedì 14 luglio 2011

Un libro di Orazio Ferrara sulla Campagna di Tunisia del ’43: quando gli italiani stupirono il mondo



Un libro di Orazio Ferrara sulla Campagna di Tunisia del ’43: quando gli italiani stupirono il mondo



Edita per i tipi della Delta Editrice di Parma nella collana I libri di War Set, è uscita la nuova monografia di Orazio Ferrara dal titolo “Tunisia / Quando gli italiani stupirono il mondo”. Di questo libro su una sfortunata quanto eroica e dimenticata campagna militare, riportiamo un passo tratto dal capitolo Enfidaville II. L'ultima battaglia in terra d'Africa:
“ … presenta una sua specifica peculiarità ed è quella che le truppe italiane continuarono a battersi, e bene anche, per altri due giorni dopo l'avvenuta resa in massa delle forze tedesche. Tra i tanti reparti italiani degni ognuno di lode si distinsero, in questo testardo eroico valore dell'ultima raffica quando tutto appariva già irrimediabilmente perduto, i bersaglieri dei vari reggimenti impegnati su quel fronte, i carristi del Raggruppamento Esplorante Corazzato Lodi, i volontari della Divisione Giovane Fascisti e i marò del Reggimento San Marco.
Il riconoscimento di tanto sfortunato valore venne ben presto dallo stesso nemico. Il maresciallo Harold Alexander dichiarò: “Il nemico contrattaccò continuamente e a prezzo di durissime perdite [.....] Fu notato che gli italiani combattevano particolarmente bene, superando i tedeschi che erano in linea con loro”, poi sulla “London Gazette” aggiunse: “Per quaranta mesi, ininterrottamente, anche quando ogni speranza di vittoria era sparita da un pezzo, ufficiali d’ogni grado e soldati avevano dimostrato, specialmente di fronte agli inglesi, che quando non potevano vincere, sapevano eroicamente morire”.
Scriverà infine Lord Joseph Strabolgi nel suo libro “The conquest of Italy” (London, Hutchinson 1944): “Due cose sono da notare in questa rotta dell’Asse: prima di tutto che alla fine, quando le sorti della battaglia si volgevano rapidamente a sfavore dell’Asse, gli italiani si battevano meglio dei tedeschi. Il morale dei tedeschi era completamente crollato verso la fine della campagna. Reparti tedeschi bene armati, con molti viveri e munizioni, si arresero in forti posizioni difensive dove avrebbero potuto resistere anche per molti giorni […..] i soldati italiani, agli ordini del generale Messe, si erano tenuti saldamente insieme ed avevano combattuto con accanimento”.

Orazio Ferrara – Tunisia / Quando gli italiani stupirono il mondo – pagine 96 (con numerose foto in parte inedite), euro 8,50;
DELTA EDITRICE B.go Regale, 21 - 43121 PARMA (Italia)
email: mailto:deltaed@iol.it,%20info@esercitinellastoria.it tel.0521.287883 - fax 0521.237546

domenica 15 maggio 2011

"Croce di ghiaccio" (CSIR e ARMIR in Russia) recensito da Piero Vassallo




Bella recensione di Piero Vassallo* al libro "Croce di ghiaccio" di PR di Colloredo:

Nobiltà degli sconfitti

Secondo la dotta opinione di Marcello Rambaldi Guidasci, dalla severa e insindacabile opera del compianto Norberto Bobbio si può cavare ed estrarre la sentenza che divide le guerre secondo le supreme categorie del Bene (le guerre vinte dai liberal-democratici e, fino ad un certo punto della storia, dai sovietici) e del male (le guerre perdute dai fascisti).

Le condanne cavate ed estratte dalla solenne metafisica di Bobbio sono inappellabili. Ipse dixit. Il giudizio sulla mala guerra del Csir e dell'Armir nell'Unione sovietica pertanto non si discute: fu una cattiva azione voluta dal bieco tiranno. Il dubbio sulla follia del duce, peraltro, è schiettamente fascista: altolà, il revisionismo non passerà!

Non è consentito neppure di rammentare che la vittoria in Russia (forse) era possibile fino a quando il governo giapponese, venendo meno all'impegno assunto nel dicembre del 1941 con l'Asse, fece sapere ai servizi segreti di Stalin che non avrebbe attuato l'attacco alla Russia dunque che il comando sovietico poteva ritirare le ingenti armate schierate all'est. E trasferirle sul fronte del Don, dove avrebbero capovolto l'andamento della guerra.

Dopo Bobbio, la guerra fascista non può essere giustificata in alcun modo. Senza mancare al rispetto che si deve a un padre della nostra meravigliosa repubblica e un illuminato precursore di Gianfranco Fini, osiamo credere tuttavia che non sia automatica e inevitabile l'estensione e l'applicazione della sentenza sulla guerra perduta dal duce ai soldati italiani perdenti.

Non si può escludere a priori la nobiltà e il valore degli sconfitti, che hanno combattuto la guerra fulminata dal severo verdetto bobbiano e finiano. Non è revisionismo contrastare la vulgata storiografica al potere secondo cui i soldati italiani furono mandati allo sbaraglio, privi di preparazione, mal disposti e male equipaggiati.

Nel leale, doveroso silenzio sulla giustizia di Stalin e sugli illuminanti giudizi di Bobbio, lo storico Pierluigi Romeo di Colloredo, autore del saggio "Croce di ghiaccio - C.S.I.R. e ARM.I.R in Russia 1941-1943", edito in Genova dall'Associazione culturale Italia, (via Onorato 9/18 - 16144 Genova) dimostra, appunto, la nobiltà dei nostri combattenti. E qualcosa di più di un'ardimentosa e patetica nobiltà, rassegnata alla prevedibile, inevitabile sconfitta: oltre a un'ottima preparazione e a un adeguato equipaggiamento, l'orgoglio di appartenere alla Patria italiana, la volontà di battersi per vincere, la convinzione che Stalin fosse un nemico infame.

Il valore dei combattenti italiani in Russia, del resto, è testimoniato dall'alto numero di medaglie d'oro ai singoli e ai reparti, decorazioni assegnate a guerra in corso e dopo la guerra, quando in Italia era già ristabilito l'ordine democratico.

Consultati documenti d'archivio, Pierluigi Romeo di Colloredo si affretta a smentire la storia, scritta da Montanelli e Cervi, che contempla la folgore hitleriana e l'assoluta disinformazione-improvvisazione italiana: il governo di Roma, infatti, "sapeva benissimo, sin dalla fine di aprile -inizi di maggio, del prossimo attacco sovietico all'Urss e aveva deciso di parteciparvi con quello che sarebbe diventato il CSRI allora denominato Corpo d'Armata Autotrasportabile".

Ora il primo comandate del CSRI fu il generale Francesco Zingales, un convinto fautore della meccanizzazione dell'esercito. Costituito da 50.000 combattenti, il Corpo di spedizione italiano in Russa, fu "dotato di quanto di meglio la magra industria bellica italiana potesse mettere a disposizione", ad esempio di 5100 automezzi, uno ogni dieci militari.

Le immagini tratte dall'Archivio storico dell'Esercito e pubblicate in appendice di "Croce di ghiaccio", confermando il giudizio dell'autore dimostrano che i soldati italiani erano dotati di armi molto efficienti e che il loro entusiasmo e la loro combattività erano molto alti.

Non si fa oltraggio alla memoria di Bobbio rammentando che, durante la campagna di Russia, i combattenti italiani ottennero alcuni importanti successi. Durante le operazioni per la chiusura della sacca di Petrikowka, ad esempio, gli italiani fecero prigionieri diecimila sovietici. Nel Mar Nero il Mas 568 del Sottotenente di Vascello Legnani colpì con due siluri e mise fuori combattimento l'incrociatore Molotov.

Il libro ricostruisce anche la vicenda dello sfondamento sovietico attuato da più di un milione di combattenti nel dicembre 1942 e dimostra che le voci sulla fragilità dei reparti italiani sono del tutto infondate: ad esempio "la divisione Ravenna non è semplicemente scappata il primo giorno di combattimento ... ma ha combattuto giorno e notte tra l'11 e il 17 dicembre 1942".

Perfetta e avvincente è la ricostruzione della carica di Isbishenslij, una delle pagine gloriose della nostra storia contemporanea. Interessanti sono anche le ricostruzioni delle vicende poco conosciute dei reparti di cosacchi e croati inquadrati nell'esercito italiano, reparti che versarono un ingente tributo di sangue.

Il libro di Colloredo e caldamente consigliato quale contributo prezioso e credibile alla riabilitazione della memoria italiana, calunniata e massacrata da leggende nere coniate dall'invidia straniera e dal masochismo nazionale.

____________________

*
Esponente di primo piano della destra cattolica italiana, il Prof. Piero Vassallo si è formato alla scuola di Giano Accame, Primo Siena e Gianni Baget Bozzo. Laureato in filosofia, è stato docente nella facoltà di teologia e nei corsi di giornalismo, e collaboratore della rivista Renovatio, fondata dal Cardinal Giuseppe Siri.

venerdì 13 maggio 2011

Mostra tematica Militalia (Novegro): "La guerra in Italia, 1943-1945"



La mostra tematica alla Militalia (Novegro) il 21 e 22 maggio sarà dedicata alla Campagna d'Italia, con una esposizione di divise Alleate, tedesche, RSI, Regno del Sud e CLN, con pannelli dedicati alla storia militare della Campagna, i comandanti e i combattenti, mappe, documenti e immagini.



lunedì 9 maggio 2011

MOVM Ammiraglio Gino Birindelli - Caduti Smg Scirè Xa MAS









Domenica 8 maggio alcuni soci e amici dell’Associazione Culturale “ITALIA Storica” hanno partecipato alla manifestazione promossa dalla MMI e dal Comune di Pescia per intitolare una via alla MOVM Ammiraglio Gino Birindelli, eccezionale Ufficiale e marinaio e Eroe della Xa MAS e un monumento ai Caduti del Smg. Scirè. Abbiamo avuto l’onore di accompagnare durante le varie fasi della cerimonia, che ha visto una nutrita partecipazione di pubblico, venuto da tutta Italia, il figlio del Comandante MOVM J. V. Borghese, Andrea Scirè Borghese e il nipote Valerio Borghese che ringraziamo per l’amicizia nuovamente dimostrata nei nostri confronti.

Altre foto della cerimonia qui:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1945611369915.2119048.1531467668&l=ce4f0ea3ba

martedì 3 maggio 2011

Presentazione libro "Cavie umane", Libreria FNAC, Genova 9 giugno




9 GIUGNO 2011, ORE 18
C/O LIBRERIA FNAC
(VIA XX SETTEMBRE 46R, GENOVA)
PRESENTAZIONE DEL LIBRO

CAVIE UMANE
L'America e l'energia nucleare, cronaca di un disastro annunciato.
Esperimenti atomici, incidenti nucleari e fughe radioattive:
come il Governo USA ha ucciso i suoi stessi cittadini.

Interverranno:

Andrea Lombardi (Editore, Associazione Culturale "ITALIA STORICA")
Elena Dini (Comitato "Vota Sì contro il nucleare")
Valerio Gennaro (Associazione "Medici per l'Ambiente")
Raffaello Bisso (Traduttore e curatore)

sabato 23 aprile 2011

La guerra dimenticata sul mensile "Storia in rete"






Bella recensione del nostro libro La guerra dimenticata sul mensile "Storia in rete" di aprile:




Arrischiando il ricorso ad un luogo comune, si potrebbe dire che il libro curato da Andrea Lombardi colma una grave lacuna; arrischiandone un altro, che la guerra Iran-Iraq -allungatasi su tutti gli scorsi, ma non remoti, anni '80- sia un grande rimosso delle coscienze dei paesi 'avanzati'. Però il libro “La guerra dimenticata” gioca proprio questa sfida, sorprendendo con i fatti, i numeri e le immagini anche chi ricorda i giorni della guerra, le riprese dei bombardamenti, le città e le navi civili colpite, e pure il gonfiarsi delle tasche di chi in tutte le nazioni perbene vendeva ordigni, tecnologie e complicità politiche utili a continuare il massacro. Pur avvalendosi in parte di fonti preesistenti, “La guerra dimenticata” propone una descrizione ricca di complessità e impone una narrazione originale del conflitto, sostenuta dall'esame delle forze operative delle varie Armi dei due Stati nelle varie fasi della guerra; minuzioso marchio di fabbrica delle edizioni dell'Associazione Italia, ma non pedante perché funzionale a descrizioni di singole azioni o di vaste battaglie, sempre efficaci e talvolta appassionanti.L'evoluzione del conflitto è seguita al passo dalla sua contestualizzazione nelle relazioni dei belligeranti con i Paesi arabi, quelli occidentali, l'Unione Sovietica e l'ONU. Aspetto più interessante e utile per il presente è la possibilità di seguire l'evoluzione interna che il conflitto fece nascere nel seno della società iraniana e portò l'ex petroimpero, amico degli U.S.A. sotto lo Scià, a trasformarsi in una teocrazia da combattimento pur tra mille errori militari e politici, e a diventare la discussa, prospera e tutto sommato compatta potenza regionale che è oggi. Oltre che di un apparato di note che senza appesantire il testo informano sulle caratteristiche e peculiarità operative delle armi e dei mezzi, il testo si avvale di utili mappe originali e di un corredo fotografico che è senza esagerazioni strepitoso: con immagini tanto di uomini e mezzi nel centro dell'azione quanto delle innumerevoli vittime innocenti dà il pieno impatto emotivo della tragedia, intesa come il genere letterario che ci espone alla pietà e al terrore. “La guerra dimenticata” infatti è' anche a suo modo un bel libro di guerra perché - nella tradizione dei grandi esempi del genere - espone senza travestimenti l'inaccettabile assurdità della guerra ma ci pone di fronte al mistero della terribile bellezza che vorremmo negare ma a certi istanti sembra trapelarne.Una guerra nel caso in questione che fu un costosissimo pareggio per le due nazioni in lotta, un utile banco di prova per le tecnologie dell'industria della Difesa dei principali Paesi che primeggiano nel campo (Italia compresa) e l'inizio di una colossale sequela di errori politici da parte delle società 'democratiche' e 'aperte' nel trattare con i paesi musulmani che a quanto pare non intende finire. Così, pur senza giudicare o parteggiare, una qualità morale sostiene questo libro piuttosto bello e utile sulla più catastrofica e dimenticata delle “Guerre del Golfo” cantate da Bruce Sterling.


Raffaello Bisso.

giovedì 21 aprile 2011

Comunicato stampa dell’Associazione Culturale “ITALIA Storica”‏


Dopo più di dieci anni di intense attività storico-culturali, l’Associazione Culturale e di Storia Vivente “ITALIA” si rinnova e si amplia, evolvendosi nella nuova Associazione Culturale “ITALIA Storica”.

Le finalità principali dell’Associazione Culturale “ITALIA Storica” sono lo studio, la diffusione, l’approfondimento della storia militare delle Forze Armate Italiane e straniere e la raccolta e la conservazione del loro patrimonio.

Ed inoltre:

- la partecipazione a manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalle autorità competenti ovvero la loro organizzazione con Comuni ed Enti statali privati;
- l’organizzazione di viaggi studio, corsi di formazione e/o di informazione, incontri e collaborazione con Enti statali e privati italiani e stranieri analoghi.- l’organizzazione di mostre autorizzate tramite la raccolta e la conservazione di materiali e reperti storici;- la divulgazione delle ricerche storiche e in altri ambiti culturali effettuate tramite audiovisivi, supporti informatici multimediali, pubblicazioni e un sito internet.
- la partecipazione e l’organizzazione di manifestazioni autorizzate di rievocazione storica intesa come l’ipotesi più probabile e veritiera possibile di “rievocazione del passato” e/o di un ben preciso evento storico in modo tale che, attraverso l’intrattenimento, venga effettuata una reale opera di tutela della propria memoria storica e identità culturale.

L'Associazione si propone di promuovere e diffondere la pubblicistica derivante dagli studi storici e di altri ambiti culturali dei soci; di fornire ai soci e o a terzi che ne facciano richiesta servizi di consulenza nelle materie oggetto dello scopo sociale.

Per quest’ultima finalità, l’Associazione Culturale “ITALIA Storica” assicura la sua massima disponibilità nel visionare studi storici e storico-militari dei propri soci o simpatizzanti, valutandone con il suo Consiglio Direttivo, l’effettivo valore scientifico, e eventualmente decidendone la pubblicazione e promozione, senza richiedere all’autore alcun contributo economico.

Suo Presidente è il ricercatore e autore di saggi storico-militari Andrea Lombardi, suoi Vicepresidente e Segretario sono gli esperti di settore Giovanni Buongirolami e Fabrizio Cortese; nel suo Direttivo siedono preparati ricercatori e saggisti quali Emanuele Mastrangelo e Alberto Rosselli, e un precursore della divulgazione storico-militare sul Web come Karl Voltolini; parimenti troviamo tra i nostri soci noti autori quali Stefano Canavassi, Carlo Cucut, Riccardo Maculan, Pierluigi Romeo di Colloredo e Carlo Viale.

L’Associazione non ha fini di lucro, è assolutamente apolitica e non pone pregiudiziale alcuna nei confronti di chiunque chieda l’iscrizione e la partecipazione alle attività sociali.

Per informazioni e adesioni, potete contattarci ai seguenti recapiti:

Associazione Culturale “ITALIA Storica”
Via Onorato 9/18
16144 Genova
GE – Italia
Tel. 010 824086

Tel. Cell. 348 6708340



CCP n. 8857864 intestato “ITALIA Storica”

lunedì 18 aprile 2011

Prossima uscita: Cavie Umane - L'America e l'energia nucleare: cronaca di un disastro annunciato




Harvey Wasserman e Norman Solomon
con la collaborazione di Robert Alvarez e Eleanor Walters


Edizione italiana a cura di Raffello Bisso e Andrea Lombardi

"CAVIE UMANE - L'America e l'energia nucleare, cronaca di un disastro annunciato.
Esperimenti atomici, incidenti nucleari e fughe radioattive: come il Governo USA ha ucciso i suoi stessi cittadini"

Dall'introduzione del Dottor Benjamin Spock:

"Questa è l’agghiacciante storia dei danni che sono già stati causati al nostro popolo dallo scatenamento del potere dell’atomo. Il libro investiga la sperimentazione delle armi nucleari, le negligenti procedure nell’industria nucleare, e i problemi con le nostre centrali nucleari. Tratta anche il danno futuro che ci si aspetta dalla mutazione dei nostri geni a causa delle radiazioni. [...] Dal 1945 ai primi anni ‘60, circa 300.000 uomini e donne con l’uniforme dell’US Army furono esposti alle radiazioni dai test atmosferici, sottomarini e sotterranei. I militari volevano conoscere come gli eserciti reagissero agli armamenti atomici in guerra, e usarono i soldati americani per scoprirlo. Anche se il Pentagono ha da sempre insistito che vi era poco o nessun pericolo derivante da questi esperimenti, gli autori presentano qui prove irrefutabili, emerse solo gradualmente, che molti dei nostri GI hanno sofferto e sono morti di leucemia, cancro, insufficenze respiratorie croniche, debolezza muscolare progressiva, e disturbi mentali. Ancor più tragicamente, alcuni dei loro bambini sono stati partoriti con handicap fisici e mentali. [...]
I civili così sfortunati da vivere sottovento ai test, in città come St. George, nello Utah, e Fredonia, in Arizona, patirono anche loro infermità e morte. Furono rassicurati dalla Atomic Energy Commission che le radizioni non gli avrebbero fatto alcun male. Ma negli anni seguenti, furono tormentati da una epidemia di cancro e leucemia che poteva provenire soltanto dal fallout dei test. Eppure, come i veterani, incontrarono un muro di gomma di smentite governative. [...]
Storie inquietanti iniziano a venire alla luce anche tra le persone e gli animali viventi vicino alle fabbriche di armi nucleari, ai siti di estrazione e di stoccaggio delle scorie, agli impianti di lavorazione dell’uranio, e alle centrali elettronucleari.[...]
Solo voi, come cittadini partecipi, potete bloccare la terrificante piaga dell’energia nucleare e delle armi nucleari. Ma prima dovete leggere le stime dei danni passati e futuri qui raccolte, in modo da formarvi un’idea indipendente. Quindi, se ne sarete convinti, sarete ben motivati a esercitare la vostra piena influenza."

F.to 17x24, 346 pag., 111 foto in b/n e col., 28,00 Euro.


Info e ordini: ars_italia@hotmail.com

giovedì 7 aprile 2011

Le tavole a colori dell'artista Sergio Pietruccioli in omaggio con il libro "La San Marco sulla Linea Gotica"




Solo alla prossima fiera Militaria alla Torre, Bologna, sab 9 - dom 10 aprile, chi acquisterà il libro di Pieramedeo Baldrati La San Marco sulla Linea Gotica avrà in omaggio la riproduzione delle due tavole a colori del libro (una delle quali è l'immagine di copertina), opera dell'artista Sergio Pietruccioli in esclusiva per l'Associazione "ITALIA Storica", tirate tipograficamente su carta di pregio "acquarello", f.to A4.


Le tavole saranno poi in vendita a 10,- Euro a tavola, f.to A4.

mercoledì 23 marzo 2011

StoriaVerità: una rivista controcorrente!



STORIAVERITA'
RIVISTA "POLITICAMENTE SCORRETTA" DI STUDI STORICI

ABBONAMENTO ANNUO (6 numeri) EURI 50 (quota sostenitore EURI 100)
PER INFORMAZIONI: albertorosselli1955@gmail.com
PER CONSULTARE NUMERI ARRETRATI E/O ABBONARSI (versamento) consultare il sito http://www.storiaverita.org/
o la Pagina FACEBOOK STORIA VERITA’ Gruppo

lunedì 21 marzo 2011

La San Marco sulla Linea Gotica - Storia militare delle operazioni del II/6° Rgt. e III/5° Rgt., Divisione Fanteria di Marina "San Marco"






La San Marco sulla Linea Gotica

Storia militare delle operazioni del II/6° Rgt. e III/5° Rgt.,
Divisione Fanteria di Marina "San Marco",
ottobre 1944 - aprile 1945

di Pieramedeo Baldrati (a cura di Andrea Lombardi)

In questo libro il ciclo di operazioni del II/6° (il famoso Battaglione Uccelli) e il III/5° (Battaglione Blotto) della Divisione Fanteria di Marina “San Marco” della RSI sulla Linea Gotica nei settori della Garfagnana e dell’Abetone sono ricostruiti giorno per giorno attraverso la pubblicazione dei diari di guerra delle due unità, integrati con documenti e testimonianze di veterani, fornendo così al lettore un quadro documentato e vivido dei durissimi combattimenti nell’inverno 1944-1945, che videro i Marò della “San Marco” tenere testa con apprezzabile efficienza militare alle superiori forze Alleate.
Con l’ordine di battaglia dettagliato dei due Battaglioni e le motivazioni delle ricompense al Valor Militare conseguite dai Marò nei combattimenti sulla Linea Gotica.
F.to 17x24, brossura, ill. in b/n e col., 290 pag., 29,- Euro, Ass. Cult. ITALIA, Genova 2011.



Indice

Il II Battaglione del 6o Reggimento sul fronte della Garfagnana .
Ottobre 1944-Aprile 1945

Ordine di battaglia del II Battaglione del 6o Reggimento . .

La partenza del Battaglione “Uccelli” verso il fronte . .

Il Diario di guerra del II Battaglione del 6o Reggimento . .
Ottobre 1944 – Aprile 1945

Ottobre 1944 . . . . . . . .
Novembre 1944 . . . . . . . .
Dicembre 1944 . . . . . . . .
Gennaio 1945 . . . . . . . .
Febbraio 1945 . . . . . . . .
Marzo 1945 . . . . . . . .
Aprile 1945 . . . . . . . .

Perdite del II Battaglione del 6° Reggimento F.M. al Fronte Sud .

Fotografie e mappe . . . . . . .

Il III Battaglione del 5o Reggimento sul fronte dell’Abetone . .
Dicembre 1944-Aprile 1945

Ordine di battaglia del III Battaglione del 5o Reggimento . .

La partenza del Battaglione “Blotto” verso il fronte . .

Il Diario di guerra del III Battaglione del 5o Reggimento . .
Dicembre 1944-Aprile 1945

Dicembre 1944 . . . . . . . .
Gennaio 1945 . . . . . . . .
Febbraio 1945 . . . . . . . .
Marzo 1945 . . . . . . . .
Aprile 1945 . . . . . . . .

Perdite del III Battaglione del 5° Reggimento F.M. al Fronte Sud .

Fotografie e mappe . . . . . . .

Appendici . . . . . . . . .

Il Comandante Luigi Uccelli . . . . . . .
di Francesco Uccelli
Ricordo del Comandante Uccelli in Garfagnana . . . .
di Luigi Piantato e Mario Abriani
l’addestramento al fronte . . . . . . .
di Ennio Varicchio
Ricordi di Garfagnana . . . . . . . .
di Enrico Ronchi
Quelli del “Blotto” . . . . . . . .
del Generale Pietro Chiari
Le ricompense al valor militare assegnate ai Marò del II/6° e III/5° . .
Organizzazione delle Compagnie Fanteria di Marina . . . .
di Antonino Azzara’
Documenti . . . . . . . . .
Gli avversari della San Marco:
La Forza di Spedizione Brasiliana in Italia . . . . .
di Andrea Giannasi
La 92nd Infantry Division “Buffalo” . . . . . .
La Task Force 45 e il 473rd Regimental Combat Team . . .
Bibliografia essenziale

domenica 20 marzo 2011

In memoria del Marò Mitr. Giulio Ronchi, Btg. Barbarigo




Ma nessuno di voi è morto finché noi non morremo tutti.
E fino a quando sarà in piedi uno del Barbarigo lo sarete anche voi.


Il Marò Mitr. del Btg. Barbarigo Giulio Ronchi è deceduto qualche giorno fa.

Era un giovanissimo Marò coraggioso e leale, un grande promotore di ricerche sulla storia del Barbarigo, e un mio amico carissimo, che piango con grande tristezza.

Ciao Giulio, un saluto dal tuo amico Andrea.

Una sua testimonianza è qui: http://associazioneitalia.blogspot.com/200...issuto-dal.html

giovedì 17 marzo 2011

Per i 150 anni, un Nabucco del 1945...



Ci venne detto che ormai la guerra era finita, Mussolini era stato fucilato il 25 aprile, la R.S.I. non esisteva più, il nostro comportamento di soldati era stato esemplare e come tali saremmo stati onorevolmente trattati accettando la resa. Continuare a combattere avrebbe significato solo un inutile massacro. La delegazione si ritirò per darci il tempo di decidere. Sarebbe tornata di lì a un paio di ore per avere la risposta.
Venne convocato il rapporto Ufficiali ed il Comandante illustrò la situazione, riferì le proposte di resa con l’onore delle armi e chiese il nostro parere prima di decidere. Il Comandante del “Lupo”, quale Ufficiale più anziano, a nome di tutti noi, disse, in sintesi, che per l’Onore c’eravamo arruolati e l’obbiettivo della sua salvaguardia di fronte alla Storia era stato raggiunto; nessuno avrebbe potuto dubitarne. Ora su di noi Ufficiali incombeva il dovere di non bruciare giovani e preziose vite con decisioni avventate per il gusto di un beau geste. Del resto questo era sempre stato il concetto ispiratore della nostra azione di comando, anche nei momenti più tragici e nei combattimenti più impegnativi. Non fu facile, però, far accettare il concetto di resa ai Marò, riuniti per l’ultima assemblea e soprattutto quello della deposizione delle armi. Fummo persino insultati dai più accesi, poi tutto si placò ed arrivammo alla cerimonia conclusiva. Tutti i reparti furono schierati in una formazione ad U di fronte al Comandante. Arrivò la delegazione degli Ufficiali inglesi ed il Capitano di Fregata Salvatore Di Giacomo, eroico comandante di Sommergibili in Atlantico e Comandante del I Gruppo di Combattimento Divisione Xª, passò in rassegna i Reparti sul “Presentat’arm”, rivolse loro un’accorata allocuzione, sottolineandone l’eroismo e terminò incitandoli ad essere, anche in futuro, cittadini esemplari al servizio della Patria. L’atmosfera era così satura di marzialità, commista a dolore e commozione che contagiò anche gli inglesi ed un loro Capitano volle parlare per aggiungere parole di comprensione della nostra situazione, poiché anch’egli ne aveva vissuta una analoga in Cirenaica, a Tobruk, quando aveva dovuto arrendersi alle truppe italiane ed in particolare al Reggimento Fanteria di Marina “San Marco” che assediava la piazzaforte inglese.
Tutto finì con un possente saluto alla voce “DECIMA MARINAI! DECIMA COMANDANTE!” e con un tentativo di cantare il coro del Nabucco, strozzato dalle lagrime sulle parole “O MIA PATRIA SI’ BELLA E PERDUTA…”.


Dal libro Sotto tre bandiere, del Generale Giorgio Farotti, Btg. Barbarigo.

giovedì 10 marzo 2011

Catalogo TUTTOSTORIA di marzo


Ermanno Albertelli Editore - www.tuttostoria.it

Una delle più grandi organizzazioni europee di vendita per posta di libri di carattere storico, militare e per modellisti.
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Link al catalogo

martedì 8 marzo 2011

Quelli della San Marco... il Battaglione Uccelli in Garfagnana



Buca dei Marò della San Marco sulla Quota 437.
Sono facilmente immaginabili le durissime condizioni di vita e di combattimento nelle posizioni difensive improvvisate sulle alture, spazzate continuamente dall’artiglieria e dagli attacchi aerei Alleati.


Marò del Btg. Uccelli in Garfagnana.
In secondo piano, senza il basco, si riconosce il Sergente Maggiore Francesco Buffa, leggendario “asso” della MG 42.

lunedì 7 marzo 2011

Il libro "La guerra dimenticata. Il conflitto Iran-Iraq, 1980-1988", di Andrea Lombardi, recensito sul "Secolo d'Italia"



Chi si ricorda più Quel conflitto fra l'Iran e l'Iraq?
di Adriano Gentile - 04/03/2011

Fra il 1980 e il 1988 i due paesi combatterono una guerra sanguinosa con non poche ingerenze occidentali: un saggio ricostruisce quegli eventi I recenti venti di rivolta che giungono dal Maghreb ripropongono, al di là dell'urgenza degli interventi più immediati, la necessità di un ripensamento del ruolo dell'Italia e dell'Europa nel mondo. Il classico miscuglio di ritardo, incomprensione, indifferenza da un lato e cinismo, affarismo, ingerenza dall'altro mostra proprio in questi giorni tutti i suoi limiti. Per chi volesse ricostruire i precedenti di questa eclatante presenza/assenza dell'Europa e dell'Occidente sullo scacchiere globale giunge quindi particolarmente benvenuto il saggio a cura di Andrea Lombardi, La guerra dimenticata. Il conflitto Iran-Iraq 1980-1988 (Associazione culturale Italia, 262 pp, 182 foto a colori, € 32,00). I più giovani fra noi hanno in effetti un ricordo particolarmente vago di quegli eventi, che tuttavia non furono precisamente una scaramuccia di cortile. La guerra che vide coinvolti i popoli iraniano e iracheno, guidati dai due leader carismatici Ruallah Khomeini e Saddam Hussein, è stata infatti la più lunga guerra convenzionale del XX secolo. Iniziato con l'invasione irachena dell'Iran il 22 settembre 1980, il conflitto terminò con l'accettazione bilaterale della risoluzione 598 del Consiglio di sicurezza dell'Onu il 20 luglio 1988. La guerra costò un milione di vittime e 1,19 trilioni di dollari. Già prima dello scoppio delle ostilità, tra Teheran e Baghdad tutto contribuiva a inasprire le tensioni: sciiti contro sunniti, laici contro fondamentalisti, reciproche rivendicazioni territoriali, recriminazioni incrociate circa presunte ingerenze dei dirimpettai nella propria politica interna. E, non ultimo, l'aperta ostilità anche personale dei due capi politici: Khomeini e Saddam. Oggi i due leader non ci sono più: morto nel suo letto l'ayatollah, impiccato dopo un discutibile processo il rais. E tuttavia le istanze, i sogni, le speranze, gli obiettivi, le idee di cui si fecero vettori dominano ancora la scena. Così come ancora oggi si riscontra l'atteggiamento ambivalente di un Occidente che si vuole portatore di civiltà ma che sembra capace, più che altro, di speculare sulle disgrazie altrui senza saper proporre, in compenso, visioni realmente risolutive di qualsivoglia conflitto. Non a caso il saggio curato da Andrea Lombardi termina con un approfondimento dedicato alle responsabilità occidentali rispetto all'armamento ultra-moderno delle armate irachene. Parliamo di 86 ditte e ricercatori tedeschi, tra cui Rhein-Bayern, Daimler-Benz, Siemens e Thyssen, 18 britanniche, 17 austriache, 10 svizzere, 8 belghe, ma anche industrie russe, cinesi, svedesi, brasiliane, giapponesi, olandesi e iugoslave. Non mancano decine di società statunitensi, tra cui l'American Type Culture Collection, tuttora in piena attività, distintasi per aver inviato in Iraq non meno di 70 spedizioni di germi che causano l'antrace. E l'Italia? Sono nove le società del Belpaese coinvolte nel riarmo di Saddam: Audiset, Montedison, Snia Technit, Snia Bpd, Euromac, Danieli, Ilva, Technipetrole e il ramo americano della Bnl. Valsella, Misar e Tecnovar fornirono mine sia all'Iraq che all'Iran. Sono note, inoltre, le pressioni esercitate da Ronald Reagan su Giulio Andreotti per l'uso dell'Italia come appoggio per le forniture a Saddam. Episodi passati su cui manca ancora una riflessione matura e consapevole, nel nostro Paese. Ce ne sarebbe bisogno, soprattutto vista l'aria che tira nel Mediterraneo. Per non compiere oggi gli stessi errori di ieri.

mercoledì 2 marzo 2011

Vincenzo Di Michele - Io, prigioniero in Russia



Vincenzo Di Michele
Io, prigioniero in Russia
Dal diario di Alfonso Di Michele
la preziosa testimonianza di un reduce

Il racconto di un alpino della Divisione Julia - Battaglione L’Aquila.

Il racconto di un reduce della Seconda Guerra Mondiale sul fronte russo, in quella che è stata definita “la campagna militare più sanguinosa della storia mondiale”. Nel 1942, all'età di vent'anni, un ragazzo abruzzese viene sradicato dalle sue terre e mandato a combattere in Russia a ridosso del Fiume Don. Impiegato sul fronte di Prima Linea, si scontra immediatamente con la dura realtà di sofferte e cruente battaglie. A seguito di una travolgente offensiva sovietica viene fatto prigioniero. Internato nei Campi di concentramento, la prigionia mostra da subito la sua crudele accoglienza con quelle spietate marce del “Davaj!” dove riesce a sopravvivere grazie al grande senso di umanità delle mamme russe le quali, camminando insieme ai prigionieri, porgono loro cibo e bevende nonostante le proteste dei figli con la divisa della loro stessa Nazione. Dal Campo di concentramento di Tambov, all'Ospedale di Bravoja, fino ai Campi di lavoro del cotone di Taskent in Kazakhstan, è riassunta la sofferenza di questo giovane Alpino e di migliaia di altri prigionieri. Infine, dopo quasi quattro anni, il travagliato ritorno a casa.

Formato: 8°, cm 14x21
Pagine: 144
Prezzo: Euro 12,10
Confezione: Brossura
Con illustrazioni e documenti

L'autore ci ha gentilmente inviato alcune copie di questo suo bel libro: se foste interessati all'acquisto, inviate una e-mail a ars_italia@hotmail.com

martedì 22 febbraio 2011

Schegge assassine, libro sulla bonifica bellica di Gianni Lafirenze



Continuare, caparbiamente, a spiegare cos’è la bonifica bellica e a documentare episodi relativi a ritrovamenti di ordigni bellici, causa oggi di numerosi tragici incidenti, è la conseguenza di una campagna di sensibilizzazione che, da anni, l’autore di questo libro, Gianni Lafirenze, indirizza contro l’indifferenza di coloro che non conoscono o rimangono inermi verso un’incognita ancora lontana dall’essere risolta. Da sempre, infatti, il rischio di una mancata bonifica è causa di numerose vittime tra la popolazione civile e il rischio, a detta degli esperti del settore, rimane altissimo e, purtroppo, sottovalutato da parte di chi dovrebbe investire, a più ampio raggio, sulla sicurezza di tutti noi ignari dei pericoli mortali che ancora si celano dappertutto nel sottosuolo, sia in città che in campagna. La professionalità e l’abnegazione dei bonificatori, invisibili sentinelle di vita, rimangono elementi indispensabili per affrontare un problema che inspiegabilmente, rimanendo confinato ai margini di ogni importante notizia, è sminuito nella sua portata anche quando a rischiare sono uomini che lavorano accanto a bombe e ordigni pronti ad esplodere.


In questo libro l’Autore, oltre a definire, in sintesi, l’importanza di una bonifica, ripercorre, filtrando anche attraverso una documentazione acquisita da Internet e dal suo sito, http://www.biografiadiunabomba.it/, le tappe episodiche passate e presenti di notizie inerenti i ritrovamenti di ordigni e relativi incidenti.

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Rara foto in divisa da Ufficiale della Regia Marina

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
A Nettuno, nel Btg. Barbarigo della Xa MAS

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Assieme ai suoi marò del Barbarigo

Decima MAS

Decima MAS
Ufficiali del Btg. Maestrale (poi Barbarigo): Tognoloni, Cencetti, Posio, Riondino...

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano
L'azione di Chiarello e Candiollo in copertina all'Illustrazione del Popolo del 19 marzo 1944