venerdì 11 aprile 2008

Una vita come tante altre



Segnaliamo con piacere due recensioni al libro di Carlo Giacomelli "Una vita come tante altre", pubblicato recentemente dalla ns Associazione. Richiederlo a: ars_italia@hotmail.com

Recensione sul sito dell'Ass. Monterosa:

Una vita come tante altre Dall’Africa Orientale Italiana alla Garfagnana di Carlo Giacomelli Autore: Carlo Giacomelli Editore: Associazione Culturale Italia Pubblicato: 2007 Costo: € 20,00 Giudizio: Ottimo, vivamente consigliato

L’Associazione Culturale Italia di Genova ha ripubblicato questo interessantissimo diario scritto dal Cap. Carlo Giacomelli, comandante della 6a batteria del Gruppo Bergamo, che era stato già pubblicato molti anni fa con una scarsa diffusione sul territorio nazionale. Si tratta in sostanza della storia militare, dopo alcuni capitoli dedicati al periodo della sua infanzia, alla Grande Guerra, alla nascita ed affermazione del fascismo, agli studi universitari, dall’inizio della carriera nell’autunno del 1933 presso la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento dell’Artiglieria Alpina di Bra (CN) alla partecipazione alla guerra in Africa Orientale Italiana, dalla guerra sul Fronte occidentale contro la Francia a quella in Albania contro la Grecia, dalla guerra contro i titini nel Montenegro alla lotta contro i partigiani in Grecia, fino all’armistizio dell’8 settembre. Quindi la scelta di ricominciare a vestire il grigioverde con i vecchi amici artiglieri e la decisione di arruolarsi nel Gruppo Artiglieria Bergamo della Divisione Monterosa, la partecipazione alla guerra in Garfagnana fino alla resa nell’aprile 1945, la prigionia, la liberazione e il difficile dopoguerra. Completano il libro una ricca serie di appendici: due raccolte fotografiche, una relativa alle guerre in A.O.I. e con la Grecia, l’altra al periodo con la Divisione Alpina Monterosa; una scheda sulla Divisione Monterosa; una scheda sul Gen. Mario Carloni, comandante della Divisione; una sul Gruppo artiglieria Bergamo; una sulla 92ND Infantry Division Buffalo completa di organigramma e di fotografie provenienti dall’Archivio americano NARA; la scheda relativa alla storia dell’Associazione Reduci Divisione Alpina Monterosa; una scheda sul Museo Forte Bramafan comprensiva di alcune fotografie a colori di uniformi della Monterosa colà esposte. In conclusione un libro che si legge tutto d’un fiato, avvincente e coinvolgente, che non può mancare nella libreria di ogni appassionato di storia, e in particolar modo in quella di un “monterosino”. Un plauso all’Associazione Culturale Italia che ha ripubblicato questo bel diario completandolo con una nutrita serie di allegati che arricchiscono considerevolmente il libro.

Recensione sul sito Warfare:

Carlo Giacomelli, Associazione culturale Italia (euro 20,00).

Una vita come tante altre

Nicola Zotti
Sicuramente un "vita come tante altre", quella di Giacomelli, come afferma nella prefazione della sua autobiografia, eppure altrettanto certamente una vita non comune. Una vita segnata dalla guerra, una guerra combattuta e persa su molti fronti con l'uniforme del Regio Esercito, e poi combattuta e persa ancora con l'uniforme della RSI nella divisione Monterosa.Dal punto di vista storiografico, il libro di Giacomelli non aggiunge nulla alle nostre conoscenze, proprio perché è una vita come tante altre, e da tanti altri è già stata raccontata.Dal punto di vista umano, invece, aggiunge molto: perché ogni vita è unica, innanzitutto, ma anche perché l'autobiografia è un genere letterario tanto diffuso quanto negletto negli scaffali delle librerie e quindi di fatto raro e irraggiungibile.E quindi questa mia segnalazione è una specie di ultima chiamata: non ci saranno molte altre occasioni per leggere un libro come questo.La vita di un perdente, senza dubbio, e neppure un "perdente di successo" come quelli che infiammano la mistica di altre culture con il loro destino ineluttabilmente e inutilmente sacrificale.Ma comunque una delle poche occasioni rimasteci per conoscere una scelta di vita (prima che fossero esclusivo appannanggio dei calciatori) e attingere ad una storia con le quali ancora non abbiamo fatto completamente i conti, e che anzi per decenni sono state sottoposte al più terribile dei supplizi: un colloso, ipocrita oblìo.Sessantatré anni dopo la fine della guerra riusciamo a rispettare? siamo capaci di ascoltare? E non per trasformare i "perdenti" in "eroi" e gli "eroi" in "perdenti", che qualcuno già lo fa, ma per capire, semplicemente per capire.E se magari ci riesce -- cosa di cui dubito -- evitare gli errori e le nefandezze commessi dai perdenti come dai vincenti e -- cosa di cui dubito con ancora maggior forza -- provare ad accettare ed ascoltare in futuro anche le scelte, le vite e le storie degli altri.

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