lunedì 30 marzo 2009

Inaugurazione Centro Studi Militari RSI Latina



Sabato 4 aprile 2009 alle ore 11.30, a Latina, presso il Museo Duilio Cambellotti, ex Opera Balilla, in Piazza San Marco, verrà inaugurato il Centro Studi Militari e Testimonianze dedicato al periodo storico 1943-1945, con particolare riferimento al territorio limitrofo al “fronte di Nettuno” e allo sbarco di Anzio, che nel 1944 fu teatro di importanti eventi storici e bellici.
Il Centro Studi, realizzato dall'Unione Nazionale Combattenti R.S.I. - Continuità Ideale, con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Latina, si pone l'obbiettivo di divenire in breve tempo punto di riferimento per le ricerche storiche sul periodo sopra indicato, soprattutto riguardo alla raccolta e all'archiviazione di memorie, diari e interviste scritte o audiovisive, di chi fu protagonista e testimone di quei seicento giorni.
Il Comitato Scientifico del Centro sarà a disposizione per consultazioni, ricerche, tesi di laurea e altro, con materiali d'epoca, cimeli, documenti, foto e filmati.
Il Centro dispone inoltre di una biblioteca storica composta da circa 2.000 volumi.
Ringraziamo fin d'ora per la gentile partecipazione tutti coloro che vorranno intervenire.
C.S.M. R.S.I. Latina & U.N.C.R.S.I.
L'Associazione ITALIA, felice di collaborare con il neonato CSM RSI, esporrà alcune divise della Xa MAS e della Div. FM San Marco della RSI.

Documenti dal Campo della Memoria






Questi documenti eccezionali documentano il ritrovamento delle prime salme degli appartenenti al Barbarigo e delle altre unità della RSI e delle SS italiane ad opera della Aus.Sc. Raffaella Duelli e delle altre persone che la aiutarono nel primo dopoguerra.

Il Btg Fulmine a Tarnova della Selva...








... prima della battaglia...

Ringraziamo Riccardo Maculan per la scheda.

mercoledì 25 marzo 2009

Conferenza sul SAF a Roma - RAIDO



“Percorsi al Femminile”
Ciclo di conferenze sulla Donna, dalle origini ai nostri giorni.
Roma, 21 febbraio 2009


L’Associazione Culturale Raido vi invita, presso la propria sede di via Sciré 21-23, al ciclo di conferenze “Percorsi al Femminile” – Ciclo di conferenze sulla Donna, dalle origini ai nostri giorni.
L’obiettivo di questi incontri, organizzati dal gruppo femminile che opera all’interno dell’Associazione culturale Raido, è quello di lanciare degli spunti di riflessione, fornire delle chiavi di lettura, stimolare l’approfondimenti delle tematiche legate al mondo femminile che non vengono generalmente trattate se non in chiave modernista.

Sabato 21 Febbraio, ore 18.30
Percorsi al Femminile – Ciclo di conferenze sulla Donna, dalle origini ai nostri giorni.
Mater et Domina. Percezione del femminile nell'antichità.
Il primo di questi appuntamenti verrà tenuto dal Prof. Mario Polia conosciuto non solo per la sua attività di storico, archeologo, antropologo etnografo ma anche per la sempre ed attenta disponibilità dimostrata alle attività dell’Associazione Culturale Raido.
Il Prof. Polia volgerà lo sguardo al passato, al ruolo della donna dagli albori, giungendo all’età classica. Mater et Domina: Madre e Signora, l’aspetto duale femminile verrà tracciato ripercorrendo ed osservando le peculiarità della donna, attraverso una nuova prospettiva che ne metta in evidenza la complessità. L’immagine della donna nell’antichità sarà rivista e trattata in una chiave differente, che evidenzierà una dignità femminile, talvolta oscurata dall’analisi degli eventi storici.

Sabato 14 Marzo, ore 18.30
Percorsi al Femminile – Ciclo di conferenze sulla Donna, dalle origini ai nostri giorni.
Il Mistero della Dama. La Donna al tempo dei Cavalieri.
Secondo appuntamenti dei “Percorsi al Femminile” che vedrà nuovamente presente, in qualità di relatore, il Prof. Mario Polia.
Il Medioevo fa da scenario alla conferenza, mentre la figura della Dama funge da protagonista. Dama, strega, donna angelicata questi alcuni esempi della controversa immagine che la donna al tempo del Medioevo ha assunto.

Venerdì 27 Marzo, ore 18.30
Percorsi al Femminile – Ciclo di conferenze sulla Donna, dalle origini ai nostri giorni.
Il Servizio Ausiliario Femminile della RSI.
Incontro con le Ausiliarie e mostra fotografica. In collaborazione Con l’A.C.S.A.F.
La Storia delle prime Donne Soldato in Italia, ma soprattutto la Storia di Donne che hanno messo a disposizione della Patria, la propria giovinezza, le proprie aspirazioni, i propri sogni. Questa Storia verrà narrata attraverso le immagini, accompagnate dalla voce di chi quella scelta l’ha compiuta e alla quale mantiene fede ancora oggi. L’ausiliaria Nadia Sala insieme ad altre Ausiliare, riunite all’interno dell’A.C.S.A.F., narreranno i drammi e le gioie provate nel sentirsi parte di una Patria Ideale per la quale si è pronti a donare la vita, senza ripensamenti.

Sabato 4 Aprile, ore 18.30
Percorsi al Femminile – Ciclo di conferenze sulla Donna, dalle origini ai nostri giorni.
La Donna fra Tradizione e Rivoluzione, il ruolo femminile tra avanguardia e nuove schiavitù
Il ciclo si conclude analizzando la figura della donna nel suo muoversi nel mondo attuale. Sarà Sonia Michelacci autrice, per le Edizioni di Ar, del volume “Il comunismo gerarchico”. Tra femminismo, post femminismo, nuovi miti, tracceremo il bilancio di questo percorso, sperando di ritrovarci arricchiti e soprattutto più consapevoli.

Servizio bar con aperitivo pre e post conferenza

INFO:
www.raido.it
cuibfemminile@raido.it

martedì 24 marzo 2009

I libri dell'Associazione ITALIA - Our Military History books




I libri editi dall'Associazione sono posti in vendita per autofinanziare le attività della stessa. Enti o Associazioni con finalità simili possono richiedere una copia omaggio.

Per info e acquisti:
ars_italia@hotmail.com

Clicca sui link sottostanti per visualizzare le schede dei libri:


Libro: Emme rossa!
I Battaglioni M nella campagna di Russia, 1941-1943
The Black Shirt Bns, Eastern Front, 1941-1943 (with unpublished photographs from the Italian Army Historical Archives)

Libro: Ricordi di un'Ausiliaria
Con il Barbarigo da Roma al Fronte Sud
Memoirs of a young Woman Auxiliary of the Xth MAS (Marine Infantry), from the fall of Rome to the last Allied offensive in Italy (Senio river), 1944-1945 (with unpublished photographs)

Libro: Marò a sedici anni

Con la Divisione San Marco in Liguria, 1944-1945
Memoirs of a young San Marco RSI Marine Infantry Division marine, Northern Italy, 1944-1945 (with unpublished photographs)

Libro: BOMBE SU PALERMO
Cronaca dei bombardamenti aerei 1940-1943
Il libro è disponibile nelle librerie specializzate in tutta Italia, e a Palermo nelle librerie Flaccovio, Ausonia, Campolo, Sciuti, Kalós e Broadway.
Chronicle of the Allied bombings of Palermo, Sicily, 1040-1943 (with unpublished photographs)

Libro: LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO
La battaglia del Piave, giugno 1918
The battle for the river Piave, 1918. With photos from the Italian Army Historical Archive.

Libro: PASSO UARIEU
Le termopili delle CC.NN. in Etiopia
The Black Shirts in Ethiopia: the battle of Uarieu pass

Libro: IL MARE NEL BOSCO
Sui MAS nel Tirreno, 1943-1945
Memoirs of a Naval Officer of the Xth MAS Flottilla, 1944-1945 (with some unpublished photographs)

Libro: IL BOCIA VA ALLA GUERRA
Un artigliere Alpino dalla Grecia alla Decima MAS
Memoirs of an Artillery Officer, from the Royal Italian Army in Greece, to the Marine Inf. Bn. Barbarigo, Xth MAS Flottilla, Northeastern Italy - Senio River, 1940-1945 (with some unpublished photographs)

Libro: UNA VITA COME TANTE ALTRE
Dall'AOI alla Monterosa in Garfagnana
Memoirs of an Artillery Officer, from the Royal Italian Army in Greece
, to the RSI Mountain (Alpine) Div. Monterosa against the 92nd Infantry Division "Buffalo", 1940-1945 (with unpublished photographs)

Libro: SOTTO TRE BANDIERE
Il Generale Giorgio Farotti REI-Decima MAS-EI
Memoirs of an Officer; from the Royal Italian Army COIN operations in Yugoslavia, to the Marine Infantry Bn. Barbarigo, Northeastern Italy to the last Allied offensive in Italy - Senio River, 1940-1945 (with unpublished photographs)

Libro: IL CAMPO DELLA MEMORIA
Storia del Cimitero di Guerra del Btg. Barbarigo a Nettuno
The Anzio-Nettuno Xth MAS - RSI units War Cemetery.

Libro: CAMERATA TAVIANI PRESENTE!
Cronaca semiseria dei voltagabbana italiani, politici e intellettuali
A tragicomic history of turncoat italian politicians and intellectuals...

Worldwide orders, please contact:
Ermanno Albertelli Editore
C.P. 395 - 43100 Parma (Italy)

venerdì 20 marzo 2009

Il Battaglione Guastatori Alpini Valanga



Ringraziamo Riccardo Maculan, esperto ricercatore della storia dei Btgg. Fulmine e Valanga per il testo e le foto.

Dopo l'armistizio, a Pavia, il Col. guastatore Mario Ferrari (Comandante del 3° rgt. genio, dopo aver comandato il 5° ), rivolge un appello ai guastatori che intendevano proseguire la lotta contro gli Alleati anziché arrendersi e cedere le armi in circostanze che vedevano la politica nazionale priva di riferimenti certi .

Molti reduci del XXX di Russia e del XXXI e XXXII d'Africa Settentrionale, nonché del XXXI Alpini ed anche alcuni guastatori di fanteria, affluiscono alla caserma "Umberto I" assieme a numerosissimi giovani non ancora in età di leva che si presentano spontaneamente . Si delinea, quindi, la possibilità di costituire un nuovo battaglione .

Il comando viene assunto dal pluridecorato Cap. Manlio Maria Morelli, già del XXX, ferito gravemente a Rossosch.

Il battaglione assume il nome "Valanga" a ricordo della 9^ compagnia che Morelli aveva comandato prima sul fronte greco e poi in Russia .Per le reclute viene subito organizzato l'addestramento secondo le norme elaborate a suo tempo dal Col. Steiner per i guastatori del genio .

Intanto i veterani si prodigano per recuperare, con tenacia e caparbietà e sempre in sotterranea e pericolosa gara con i tedeschi, notevoli quantità di armi, munizioni e materiali, sottratti dopo l'armistizio ai magazzini militari della Lombardia e del Piemonte .

La volontà di tutti è quella di venire impiegati al fronte contro gli anglo-americani . Considerato che la Decima MAS (comandata dal Cap. di Fregata Junio Valerio Borghese, decorato di Medaglia d'Oro al V.M.) offriva la possibilità di soddisfare questa esigenza, il Cap. Morelli, dopo averne discusso con gli ufficiali e con i guastatori tutti, prende contatto con Borghese proponendogli il passaggio del "Valanga" alla"X^" .

La proposta viene accettata e, nell'aprile 1944, il "Valanga" (cui viene assegnato il nome del glorioso cacciatorpediniere "Tarigo") entra a far parte della X^ MAS .

Dopo una breve sosta a La Spezia, si trasferisce al Lido di Jesolo, in funzione anti-sbarco e di posa di campi minati . Nello stesso tempo completa l'addestramento delle reclute brevettandole. Il tutto finalizzato ad un impiego al fronte .

L'impiego operativo della X^MAS si sarebbe dovuto svolgere in collaborazione con le truppe di terra sulla linea del fronte e con i mezzi navali in mare aperto e nei porti occupati dagli anglo-americani .

L'intensificarsi, all'interno del territorio della Repubblica Sociale Italiana, dell'attività dei partigiani e di formazioni straniere o filostraniere miranti ad annessioni territoriali, porta all'impiego del battaglione nella lotta antiguerriglia in Piemonte in collaborazione con gli altri reparti di terra della Decima .

Il battaglione, i cui veterani non avevano mai accettato di rinunciare al cappello, alla penna ed alle mostrine del genio, come riconoscimento per il suo comportamento in azioni antiguerriglia condotte con successo sulle montagne del confine occidentale, chiede ed ottiene di riprendere ufficialmente la sua denominazione di Battaglione Guastatori Alpini "Valanga" .

Nell'ottobre 1944 si trasferisce a Vittorio Veneto operando sia nel Veneto (Valle del Piave, alte valli Tramontine e del Meduna) sia nella Venezia Giulia (Altopiano di Tarnova e Valle dell'Isonzo) . Diverse le azioni concluse con successo, soprattutto nella difesa dei confini orientali, contro formazioni partigiane filo-slave e del IX Corpus dell'esercito iugoslavo .

Trasferito a Bassano, mentre era in atto un intenso periodo di addestramento di specialità sulle pendici del Monte Grappa in previsione dell'imminente combattimento d'arresto che si pensava di dover sostenere contro gli anglo-americani che avevano sfondato la "Linea Gotica", la fine delle ostilità determina lo scioglimento del battaglione il 29 aprile 1945 .

LA STORIA E LE GESTA DEL BATTAGLIONE

Fu costituito il 29 settembre 1943 a Pavia nella caserma Umberto I. Comandante: capitano Manlio Mario Morelli, reduce dalla Russia. Dal gruppo iniziale di 200 uomini, tutti del genio, si passerà a 4 compagnie (la prima “Aquila”, la seconda “Uragano”, la terza “Armi accompagnamento”, la quarta “Serenissima”) più la compagnia di comando. Denominato "Tarigo", prese la denominazione alpina nell'ottobre 1944. Dopo un breve periodo in Piemonte partecipò alle operazioni in Carnia (novembre-dicembre 1944) e giunse nel goriziano in tempo per partecipare all'operazione per sbloccare i reparti del "Fulmine" a Tarnova. A Bassano del Grappa nel marzo-aprile 1945 dove incorporò un reparto di ex-partigiani. Si arrese il 30 aprile 1945.


29 SETTEMBRE 1943 - SI FORMA IL REPARTO
Nell'estate del ‘43 si procede a ricostituire i due battaglioni guastatori del Genio Alpino. Gli uomini arrivano dai reduci e i superstiti della Russia e dall'Africa Settentrionale. Il XXX° (il comando del battaglione si era formato nel marzo del 1941 a Verona presso il 4° reggimento Genio, dove inquadra la 5a, la 6a e la 9a compagnia; il 20 luglio del 1942 furono messe alla dipendenze del Corpo d'Armata Alpino destinato alla Russia, le compagnie 6a Tormenta e 9a Valanga), e il XXXI° (le compagnie 1a Giaguaro, 2a Lupo, 7a Tigre e 8a Leone, riunite il 18 aprile del 1941 nel XXXI° Battaglione che, dalla Jugoslavia, venne trasferito in Africa Settentrionale vicino a El Adem, per l'azione di sfondamento su Tobruk).

Il comando del XXX° dovrebbe essere affidato al cap. Astrella (guidava in Russia la 6a) e al maggiore Paolo Caccia Dominioni.

Tutto però va allo sbando dopo l'8 settembre 43, per mancanza di ordini... Si arriva alla data del 21 settembre dove il colonnello Mario Ferrari (organizzatore della Scuola Guastatori del Genio di Banne), lancia l'appello ai guastatori per riprendere le armi, contro gli Alleati. L'appello è accolto da molti che si ritrovano a Pavia nella caserma Umberto I°. Dopo pochi giorni sono già circa duecento gli uomini a disposizione e si pensa di costituire un battaglione al comando del capitano Manlio M. Morelli. Il nome del battaglione e' Valanga (in ricordo della 9a Compagnia Guastatori che Morelli aveva comandato sia sul fronte greco, poi albanese e pin seguito russo).

20 MARZO 1944 - IL VALANGA E' NELLA DECIMA
Dopo aver prestato giuramento alla R.S.I., il capitano Morelli chiese al colonnello Ferrari (responsabile 19° Comando provinciale) l'autorizzazione di arruolare l'intero Valanga nella Decima Mas, comandata da Borghese. Avuto l'approvazione da Ferrari, Morelli chiese colloquio a Borghese per proporgli l'ingresso del Valanga nella Decima: Borghese diede dunque il suo consenso (20 marzo 1944). A fine mese il Valanga lasciò Pavia per recarsi per pochi giorni a La Spezia.

15 APRILE - 12 AGOSTO 1944 - JESOLO
Il battaglione arriva a Jesolo nell'ex-colonia DUX (già presenti a Jesolo alcuni reparti degli N.P. e del gruppo di artiglieria Colleoni). Il morale del reparto e' altissimo, e ai primi di giugno ogni uomo (nuove reclute comprese) è in grado di far brillare una carica e di sostenere l'urto provocata da 3 kg di tritolo che esplode a tre metri di distanza. In questo periodo il Valanga viene impiegato in compiti di difesa costiera.


Sempre qui arriva l'ordine di cambiare il nome del battaglione da Valanga a Tarigo. In questo modo si voleva ricordare il sacrificio del comandante e dell'equipaggio del cacciatorpediniere Luca Tarigo, affondato nel 1941 nelle secche di Kerkennah dopo aver abbattuto, a sua volta, un cacciatorpediniere inglese.

12 AGOSTO - 30 OTTOBRE 1944 - PIEMONTE
Nel mese di giugno nasce la divisione Decima. Il Tarigo (Valanga), è nel secondo gruppo di combattimento con il Fulmine e il Sagittario.

La divisione fu spostata in Piemonte nella zona di Ivrea e in altri piccoli centri del Canavese, perché la paura dei tedeschi era quella di una possibile invasione per quelle zone.

Il Valanga (o Tarigo), arrivò a Ivrea (dove i rapporti con la popolazione erano buoni) ai primi di agosto, un mese dopo i fatti di Ozegna (dove per un vile agguato, al grido di “Barbarigo non si arrende”, cadde il Comandante Bardelli con altri marò), e si insediò sia nella caserma Val Calcino, sia in un'altra ubicata in periferia. Come primo compito fu assegnato al battaglione di assicurare il controllo della vecchia statale n°11 (Torino Ivrea), nel tratto tra Ivrea e Catellamonte . Pur non essendo stati addestrati a queste azioni, i guastatori si immedesimarono subito nella parte e bloccarono più di una volta le azioni di bande ostili (il Valanga dovrà lamentare i suoi primi caduti e qualche ferito).
A circa metà agosto nelle zone presidiate dalla Decima era stato raggiunto un buon controllo: rimaneva solo una zona non controllata nell'alta valle dell'Orco. Qui l'11 agosto una colonna delle Brigate Nere fu bloccata sulla strada di Ceresole Reale (fu ferito anche Borghese ad un braccio). Reparti della Decima erano prontamente intervenuti (NP, Fulmine e Colleoni) e i banditi ritirarono verso il confine francese. Il Valanga venne inviato a controllare i versanti dei monti Unghiasse (2.939m) e Tovo (2.673m).
A metà settembre gli uomini sfoderarono il cappello d'alpin, stituito con il basco di ordinanza quando il battaglione cambiò nome. Morelli convinse Borghese che l'anima del battaglione era alpina e, pur con tutto il rispetto al cacciatorpediniere Luca Tarigo e al suo equipaggio, il battaglione voleva un nome alpino. Indi, il nome tornò ad essere Valanga.

Nelle zone presidiate dai ribelli si iniziò una nuova operazione in val d'Ala di Viù: l'azione doveva essere svolta in contemporanea tra il Lupo (nella val di Viù) e il Valanga (rinforzato dalla seconda compagnia degli NP) era assegnata la val d'Ala: zona che fu occupata interamente a fine settembre, con la perdita però di alcuni alpini.
Dopo aver lasciato la val d'Ala, il Valanga si spinse, senza nessun contatto con i banditi, a Pian della Mussa (1.752 m).
Il 6 ottobre il Valanga (2 feriti) dopo 5 ore di combattimento raggiunsero le zone dei Laghi della Rossa (2.718 m) del rifugio Gastaldi (2.659 m): rifugio che fu bruciato per evitare il reinsediamento dei ribelli. Nei giorni successivi (2) il Valanga mandò pattuglie per recuperare eventuali materiali abbandonati. Le pattuglie dei guastatori si spinsero fino ai piedi dell'Uia di Ciamarella (.3676 m), rinvenendo tra l'altro due autocarri, tre auto e alcuni quintali di viveri.
Dopo poco la situazione generale mutò: gli alleati non volevano passare per il Piemonte e i tedeschi permisero solo al Lupo di essere schierato sul fronte appeninico. Tutti gli altri reparti vennero trasferiti nel Veneto orientale: il Valanga tra il 20 e il 30 Ottobre raggiunse Vittorio Veneto (si sistemò nella scuola Francesco Crispi).

30 OTTOBRE 1944 - A VITTORIO VENETO
La difesa del territorio della Venezia Giulia da parte delle truppe repubblicane costituisce forse la parte più saliente delle operazioni del nord Italia; contro questa azione ci sono tre grossi “nemici”: gli Slavi tutti, gli Alleati che simpatizzano per Tito o forse per il reuccio Pietro II piuttosto che mostrare “comprensione” per l'Italia e i Tedeschi (o meglio gli Austriaci), i quali prendendo il controllo di quelle zone, volevano vendicarsi di Vittorio Veneto e azzerare i risultati (in parole povere strappare all'Italia i frutti della vittoria del 1918).
Il Valanga giunse in diversi scaglioni a Vittorio Veneto. Riprese quasi subito il monotono lavoro di pattugliamento: la zona era quella a Fadalto, alle pendici del Consiglio, a sud, fino a Conegliano (dove era dislocato il comando della divisione).
Nel mese di novembre, giunse a Vittorio Veneto una compagnia di marò al comando del STV Busca. Si addestrò e rimane fino alla fine con il Valanga e divenne la 4a Compagnia del Battaglione (ma conservò il nome di Serenissima).

29 NOVEMBRE - 18 DICEMBRE IN CARNIA
Il comando Divisione DECIMA decise che la prima operazione doveva essere verso la cosiddetta “Zona libera della Carnia” (territorio tra le valli di Medusa e dell'Arzino).
Zona sottocontrollo di bande di banditi della Garibaldi e della Osoppo. Il comando DECIMA diede ordine al Fulmine di attaccare la zona della valle dell'Arzino, rastrellare i partigiani e occupare Toppo e Travesio.
Al Valanga toccò la zona delle valli del Medusa, che raggiunse in data 28 novembre. Il 29 iniziò l'attacco su 3 direttrici: 1a e 4a Compagnia Serenissima a sinistra, la 2a Compagnia al centro, e a sinistra parte della 3a Compagnia (sulle pendici occidentali del monte Chiarandeit). Le due colonne laterali non ebbero gravi difficoltà ad prendere la zona ma la 3a fu bloccata a Ponte Racli fino a che non fu raggiunta dal rimante gruppo della 3a, e riuscì a scacciare i ribelli (al costo di tre feriti del Valanga).
Il 30 tutto il battaglione si spostò a Tridis, e il 31 fu attaccata Tramonti di Sotto (Val Meduna).Una volta liberata la zona il Valanga iniziò il pattugliamento notturno diurno delle zone della valle del Medusa, del Silisia e del Chiarzò. Ci furono degli scontri e quello più impegnativo fu quello a Palcoda dove una pattuglia della 2a Compagnia sorprese diversi ribelli in una baita, che fece prigionieri (con qualche perdita tra i ribelli).
A metà dicembre il Valanga, dopo aver reso inutilizzabile il campo volo di Pradilera, ritornò a Vittorio Veneto.


24 DICEMBRE 1944 - 29 GENNAIO 1945 - OPERAZIONI NEL GORIZIANO
Il 24 dicembre due compagnie del Valanga (1a e 4a), vennero trasferite a Gorizia per dare il cambio a 2 compagnie di N.P. che rientravano da Valdobbiane. Il giorno dopo la 4a (Serenissima) lasciò Gorizia per costituire un caposaldo sul monte Santo, vicino all'abitato di Britovo. La 1a invece andò a presidiare Selva di Tarnova: ma la zon, vista la conformazione geografica, non era in grado di assicuare la necessaria protezione al battaglione. Il cap. Satta fece presente ciò al Comando chiedendo rinforzi. Il Comando inviò per alcuni giorni una unità del Barbarigo e una batteria del San Giorgio. Successivamente il 9 gennaio arrivò il Fulmine (tre compagnie) per sostituire le due del Valanga.
Dopo dieci giorni da quanto previsto dal cap. Satta ebbe luogo: alle 4,00 del mattino iniziò l'attacco del IX Corpus a Tarnova. Prima fuoco di mortai poi un migliaio di uomini attaccarono le posizioni del Fulmine (che perse alcune posizioni ed ebbe 12 morti e 25 feriti, contro grosse perdite degli attaccanti). Per vari problemi di comunicazione, il comando Decima mandò due compagnie del Valanga (cap Rota) e il Sagittario in soccorso al Fulmine (circa 600 uomini). Ma raggiungere la zona non fu semplice. Dei cinque autocarri, due esplosero su un campo minato e il resto fu sottoposto a violento fuoco di sbarramento (a circa 8 km da Tarnova). Gli uomini del Valanga reagirono prontamente e gli attaccanti ripiegarono. Una parte del battaglione tornò a Gorizia con i feriti e l'altra parte a piedi proseguì agli ordini del S. Ten. Pasella. Gli ordini erano cambiati: le due compagnie del Valanga e una del Barbarigo (arrivato da Gorizia) dovevano attaccare gli slavi sul monte s. Gabriele e s. Daniele, per lasciare una via di fuga al Fulmine da Tarnova a Aisovizza o Salcano.

All'indomani del 20 Gennaio, gli salvi ripresero a martellare Tarnova. Il Fulmine mantenne le posizioni ma con un grave costo in fatto di uomini: 62 caduti e 27 feriti. Si persero anche un gran numero di armi e mezzi. Le perdite inflitte ai ribelli furono stimate in circa 180 caduti certi, 150 probabili e 300 feriti.
Il 21 la situazione del Fulmine era tragica (anche a causa della scarsità delle munizioni): le fiamme avevano quasi del tutto raso al suolo Tarnova e si decise per una sortita. Una colonna di 81 marò con una sortita spezzò l'accerchiamento e arrivò al presidio tedesco di Aisovizza. Restavano a Tarnova solo 48 uomini (13 feriti). Questi ultimi resistettero fino alla fine. Nel mentre dopo l'attacco delle 4 del mattino il Barbarigo e il Valanga conquistarono il monte san Daniele. Il Valanga, insieme alla colonna tedesca Meit, raggiunse i difensori rimasi a Tarnova. Nell'ultima giornata dei combattimenti il Fulmine perse nove uomini.
Successivamente a seguito degli attriti con le unità politico militari tedesche, la Divisione Decima lasciò Gorizia.
Il 29 gennaio rientrarono a Vittorio Veneto le due compagnie del Valanga.

19 DICEMBRE 1944 - 15 MARZO 1945
Al suo rientro dalla zona della Carnia a Vittorio Veneto, il Valanga trovò una situazione peggiorata, in quanto i banditi avevano rialzato la testa. Diversi marò caddero a seguito di imboscate.
Ripresero dunque i pattugliamenti ma il Valanga era molto ridotto nei suoi organici (la 1a e 4a Compagnia Serenissima erano nel Goriziano): tutto ciò non impedì di continuare l'attività addestrativa.
A metà febbraio un nuovo ordine di muoversi nella zona di Bassano del Grappa. Nel mentre del movimento arrivò l'ordine di assicurare la protezione del passo di san Boldo: la truppa (cap, Barbesino) stazionò a Sottocorda. Compito assegnato fu quello di coprire il passaggio di un battaglione di alpini diretti a Belluno. Nel successivo trasferimento per prendere posizione sul monte Cimone (da lì si controllava il Passo) ci fu uno scontro con una pattuglia di ribelli: dopo due ore il Valanga perse quattro uomini mettendo in fuga i superstiti dei banditi, raggiunse il Passo e assicurò il passaggio.

GENNAIO - FEBBRAIO 1945 - CADORE: MISSIONE MORELLI
Il compito di Morelli, su ordine di Borghese, era quello di verificare le voci relative al fatto che i tedeschi avevano preso possesso di una nuova zona del territorio italiano. La zona comprendeva la provincia di Bolzano e quasi tutte quelle di Trento e Belluno (Alpenvorland).
Con uno stratagemma Morelli si fece ricoverare a Cortina d'Ampezzo (all'istituto ortopedico Codevilla), e da lì fece dei viaggi nelle zone limitrofe.
Quello che poi riferì segretamente a Borghese non fu nulla di buon, in quanto esisteva una propaganda per indurre le genti locali a chiedere l'annessione all'Austria (zone da Vipiteno, Brunico, Cortina e San Candido) .

16 MARZO - 27 APRILE 1945 A BASSANO DEL GRAPPA E LA FINE DELLA GUERRA
Con l'arrivo a Bassano, il morale del battaglione era alto in quanto era stato promesso al battaglione l'invio al fronte; nello stesso periodo tra una esercitazione e l'altra proseguivano i bombardamenti e i guastatori diedero una mano a trarre in salvo la popolazione sotto le macerie.
Un fatto da ricordare è quello che si aggregò al battaglione una compagnia di circa 70 persone che catturate dalla Banda Carità che per non andare deportati in Germania si arruolarono nella RSI.
Il 21 aprile gli americani dopo aver sfondato la linea gotica, erano a Bologna. Le città di Milano, Torino e Genova erano sotto il controllo partigiano.
Il 28 il Valanga si era spostato a Marostica dove a Thiene sarebbe dovuto unirsi al 2° gruppo di combattimento. Ma qui ci si rese conto che non si poteva più raggiungere Venezia. Nella notte Marostica fu circondata dai partigiani, e le strade erano intasate dai tedeschi in fuga, e battute dagli aerei americani.
Le scarse informazioni davano la Decima sciolta su ordine di Borghese. Morelli allora prese contatto con il comitato di liberazione ma si rifutò di passare dall'altra sponda: si preoccupò quindi della sorte dei suoi uomini. Fece sì che, dopo la consegna delle armi da parte del battaglione, questo si spostasse a Bassano. I partigian, da parte loro, non attaccarono il Valanga e Morelli rimase come prigioniero.
Il Battaglione al grido di DECIMA GUASTATORI! DECIMA COMANDANTE, si sciolse il 28 aprile 1945 (una parte di essi il 2 maggio si consegnò a Trento all'arcivescovo).
Morelli dopo l'ultimo alzabandiera si consegnò ai partigiani; non ricevette nessun salvacondotto e dopo aver difeso i confini dell'Italia, subì la cancellazione del grado, delle medaglie e una condanna a 12 anni di carcere.
Nel maggio 1945 molti guastatori riuscirono ad arrivare a casa: alcuni furono catturati dagli americani e dopo mesi di prigionia tornarono a casa. Ma i più sfortunati, due guastatori persero la vita uccisi dai partigiani.



Stralcio da una lettera di un reduce... 30 anni sono trascorsi da quello scritto, ma la passione e l'amor di Patria non sono mai venuti meno

mercoledì 18 marzo 2009

La bandiera del Barbarigo






Ringraziando l'Aus. dell'ENR Carla Piccoli e il suo caro nipote Giorgio, postiamo queste strofe che ci fanno rivivere le ultime ore di guerra del Barbarigo... un frammento della bandiera fu donato dal Ten. Tajana a Carla Piccoli, in memoria del fratello caduto, Ten. Alberto Piccoli.

Trofeo Full Metal Jacket 2009 e ITALIA




L'armeria Full Metal Jacket di Caltagirone e l’ATS-Sicilia di Caltagirone (CT), con la collaborazione della rivista Armi Magazine, organizzano il

Trofeo Full Metal Jacket 2009

4a edizione

SERIE DI GARE EX-ORDINANZA E CACCIATORI e SPORT

CALENDARIO GARE

1a Gara: 22 Marzo 2009
Ex-Ordinanza

2a Gara: 05 Aprile 2009
Caccia, Sport, Cinghiale

3a Gara: 25 Aprile 2009
Ex-Ordinanza

4a Gara: 17 Maggio 2009
Caccia, Sport, Cinghiale
5a Gara: 14 Giugno 2009 Ex-Ordinanza
6a Gara: 28 Giugno 2009 Caccia, Sport, Cinghiale

Sponsor del Trofeo 2009:

Armi Magazine; Critam F.lli Drago; Associazione Culturale e di Storia Vivente Italia [264 (la ns associazione!); Euroarms Italia; Autoemòcion

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- REGOLAMENTO -

Limitazioni alla partecipazione: sono ammessi tutti i cacciatori e tiratori muniti di idoneo porto d’armi in corso di validità e di assicurazione. Ciascun partecipante nel sottoscrivere l’iscrizione si assume ogni responsabilità conseguente alla prova di tiro, ed è tenuto a prendere visione del presente regolamento e delle norme vigenti del poligono, sollevando con ciò l’organizzazione.

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GARE EX –ORDINANZA



Sono ammessi tutti i fucili tipo ordinanza nella configurazione in cui sono stati adottati a tutt'oggi da un esercito regolare nazionale o da forze di polizia. Devono essere completi di ogni loro parte e avere il calibro conforme a quanto previsto dal Catalogo nazionale italiano.

Devono essere conformi all'originale in ogni loro parte compreso il calibro e, dove ammessa, l'ottica originale o replica dell’originale (con un massimo di 6,5 ingrandimenti) e i relativi attacchi.

Sono ammesse: la sostituzione o l'intubatura della canna purché identica nel calibro, nel materiale e nelle dimensioni a quella originale; la sostituzione del calcio purché identico nella forma, nel materiale e nelle dimensioni a quello originale; l'accuratizzazione dello scatto che deve essere costituito da parti originali e deve avere un carico di trazione minimo di 1.300 grammi, la trasformazione in semiauto.

Sono espressamente vietate prolunghe paraluce anteriori sull'ottica, bindelle, calcioli e guanciali se non pertinenti all'arma originale. Sono esclusi altresì puntamenti ottici ad ingrandimento, punti luminosi elettronici e/o elettrici, red-dot, ecc.

Tale disciplina sarà suddivisa in quattro categorie:

C1: fucili ex ordinanza a ripetizione ordinaria con mire metalliche o tattiche (esclusa qualsiasi mira ottica)

C2: fucili ex ordinanza a ripetizione ordinaria con ottica (max 6,5 ingrandimenti)

C3: fucili ex ordinanza semiautomatici con mire metalliche o tattiche (esclusa qualsiasi mira ottica)

C4: fucili ex ordinanza semiautomatici con ottica (max 6,5 ingrandimenti)

BERSAGLI e numero di colpi :

Si sparano 10 colpi per rompere o abbattere 10 bersagli posizionati a distanze variabili tra mt 50 e 100 (vedasi anche paragrafo “Posizione di sparo”) nel tempo limite di 5 minuti. I colpi saranno alimentati dal caricatore, A parità di bersagli abbattuti si valuterà il tempo complessivo impiegato, conteggiato tra il “Via” dato dal Direttore di tiro e lo “Stop” dato dallo sparo del decimo colpo.

POSIZIONE DI SPARO :

Dei 10 colpi 5 dovranno essere sparati dalla posizione in piedi (il tiratore sarà in posizione eretta senza nessun appoggio; è ammesso l’ausilio della bretella purché originale o replica dell'originale) e 5 da quella in ginocchio (come da illustrazione: con arma imbracciata, un ginocchio a terra allineato con il tallone del piede avanzato, gomito chiuso sul ginocchio; è ammesso sedersi sul tallone del piede arretrato; è ammesso l’ausilio della bretella purché originale o replica dell'originale). Nelle categorie a mire metalliche o tattiche, rimane escluso l’utilizzo di lenti, puntamenti ottici ad ingrandimento, punti luminosi elettronici e/o elettrici, red-dot, ed in ogni caso sono escluse mire non conformi a quelle originariamente montate sull’arma d’ordinanza. Tutti i colpi saranno effettuati dalla stessa postazione. I direttori di tiro verificheranno l'esatto numero di colpi sparati contrassegnandoli nella scheda di tiro e certificheranno il tempo complessivo di durata della prova. Tale servizio potrà essere svolto, a richiesta del Direttore di gara, con l’ausilio di tiratori momentaneamente liberi che avranno funzioni ausiliarie di contacolpi.

Altre info: http://www.fmj.it/

inserite foto del campo di tiro su

http://www.fmj.it/gare.htm

su ARMI-MAGAZINE di MARZO 2009 (pag.31) la presentazione del Trofeo 2009.

venerdì 6 marzo 2009

San Marco ad Altare 2008





Altre due foto della partecipazione dell'Associazione ITALIA alla commemorazione dei Caduti della Divisione FM San Marco della RSI ad Altare... un grazie all'amico Marò Sergio Moro per le foto!

Il Servizio Ausiliario Femminile della Xa MAS









Alcune foto delle Ausiliarie della Decima MAS... al centro delle prime due foto, Fede Arnaud Pocek, Cte del SAF Xa.

martedì 3 marzo 2009

Comandante Buttazzoni! Presente!





Il Cte del Btg NP della Decima MAS Buttazzoni (a dx nelle due foto), recentemente scomparso.

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Rara foto in divisa da Ufficiale della Regia Marina

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
A Nettuno, nel Btg. Barbarigo della Xa MAS

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Assieme ai suoi marò del Barbarigo

Decima MAS

Decima MAS
Ufficiali del Btg. Maestrale (poi Barbarigo): Tognoloni, Cencetti, Posio, Riondino...

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano
L'azione di Chiarello e Candiollo in copertina all'Illustrazione del Popolo del 19 marzo 1944