Dalle memorie di Pierluigi Tajana:
Era ormai l’imbrunire e c’invitò a riunire i nostri reparti in un prato vicino al ponte di Bassanello, in località Pra’ della Valle. Alle prime ore del mattino avremmo dovuto raggiungere Padova per la resa e per essere riconosciuti prigionieri di guerra alle dipendenze delle truppe inglesi. Il comandante De Giacomo ci fece un commovente discorso e disse che quello non era 1’8 settembre, che la guerra era ormai finita per tutti, e di essere fieri di essere appartenuti alla Xa MAS. Finimmo con il grido “Decima marinai!”, “Decima comandante!”. Quella sera la Xa era “rientrata in porto” con l’onore delle armi. Fummo tutti presi da un’immensa tristezza. Ero assillato da un dubbio tremendo: secondo il codice d’onore militare esiste l’obbligo, sia per un soldato semplice che per un ufficiale, di non farsi prendere, quando é possibile, prigionieri. D’altra parte avevamo assicurato all’Ufficiale inglese che saremmo rimasti uniti e preparati per il giorno successivo per consegnarci ai comandi inglesi a Padova. Non sapevo come comportarmi. Del resto tutte le forze armate italiane si erano arrese, il governo italiano non esisteva più. Mussolini era stato fucilato. Se fossi scappato, dove sarei potuto andare a finire e cosa sarebbe successo ai miei Marò. Decisi di rimanere ed accettare quello che la sorte mi avrebbe prospettato. Non fu una notte felice. La 4a Compagnia aveva uno stendardo. Lo dividemmo in tanti pezzetti in modo da poterli distribuire ai centotrenta, centoquaranta superstiti. Sono riuscito a conservare quel pezzetto di stoffa, malgrado tutte le traversie subite durante il periodo di prigionia. Lo possiedo ancora e quando mi capita fra le mani, si scatena nella mia mente un fiume di ricordi che mi fanno domandare: “Se un giorno mi trovassi nelle stesse condizioni di allora, e senza le conoscenze di oggi, come mi comporterei?”. La risposta é sempre la stessa; farei le stesse cose di allora. Sono certo che se avessi seguito un’altra condotta la mia coscienza ne sarebbe stata scossa.
Quel "pezzetto della Xa" fu, anni dopo, donato da Tajana a Carla Piccoli, Ausiliaria della GNR e sorella del Tenente Alberto Piccoli, della Cp Mortai del Barbarigo, caduto sul S. Gabriele, e amico fraterno di Tajana e del Tenente (poi Generale dell'EI) Giorgio Farotti. Carla Piccoli ha voluto farci un omaggio toccante donandoci a sua volta quel lembo e le storie che vi sono intorno, dalla memoria di suo fratello e del Tenente Tajana, a tutti i marò del Barbarigo.
Un riconoscimento che vale più di mille parole ai nostri modesti sforzi nel preservare la memoria dei combattenti del Barbarigo e della Xa.
Cogliamo l'occasione per ringraziare e salutare l'Aus. Carla Piccoli, la sua bella famiglia, e il nipote Giorgio Zett, autore di un DVD di foto e filmati sul Campo della Memoria, e l'amico e socio Mauro Decorlati! Grazie a lui abbiamo anche potuto visitare il nostro carissimo amico Giulio Ronchi, marò della Cp. Mitr. del Barbarigo, che ci ha aiutato fattivamente in più di una occasione, e la sua simpaticissima moglie!
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