lunedì 30 marzo 2009

Inaugurazione Centro Studi Militari RSI Latina



Sabato 4 aprile 2009 alle ore 11.30, a Latina, presso il Museo Duilio Cambellotti, ex Opera Balilla, in Piazza San Marco, verrà inaugurato il Centro Studi Militari e Testimonianze dedicato al periodo storico 1943-1945, con particolare riferimento al territorio limitrofo al “fronte di Nettuno” e allo sbarco di Anzio, che nel 1944 fu teatro di importanti eventi storici e bellici.
Il Centro Studi, realizzato dall'Unione Nazionale Combattenti R.S.I. - Continuità Ideale, con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Latina, si pone l'obbiettivo di divenire in breve tempo punto di riferimento per le ricerche storiche sul periodo sopra indicato, soprattutto riguardo alla raccolta e all'archiviazione di memorie, diari e interviste scritte o audiovisive, di chi fu protagonista e testimone di quei seicento giorni.
Il Comitato Scientifico del Centro sarà a disposizione per consultazioni, ricerche, tesi di laurea e altro, con materiali d'epoca, cimeli, documenti, foto e filmati.
Il Centro dispone inoltre di una biblioteca storica composta da circa 2.000 volumi.
Ringraziamo fin d'ora per la gentile partecipazione tutti coloro che vorranno intervenire.
C.S.M. R.S.I. Latina & U.N.C.R.S.I.
L'Associazione ITALIA, felice di collaborare con il neonato CSM RSI, esporrà alcune divise della Xa MAS e della Div. FM San Marco della RSI.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

VORREI UN VOSTRO COMMENTO SULL'INIZIATIVA
FABIO UCCELLI
f.uccelli@ing.unipi.it





Prof. Ing. FABIO UCCELLI
DOCENTE NELL’UNIVERSITA’ DI PISA
Via Cittadella, 15 - 50144 FIRENZE
tel. 055 - 363912
Via XX Settembre, 162 - 19100 LA SPEZIA
Tel. 0187-739883

Cell. 389-6741070


Gent.mo Dr. Vito Niccolò DIANA
Presidente
e, p.c.
Gent.mo Dr. Fabrizio FABRETTI
Procuratore Generale
CORTE MILITARE D’APPELLO
Via Degli Acquasparta,2
00186 R O M A

Oggetto: Esecuzione del Governo della Repubblica Sociale Italiana

Nel tentativo di arrivare ad una storia realmente condivisa, non viziata e alterata da alcuna ideologia, nel rispetto pieno della buonafede di ciascuna delle parti che si affrontarono nella terribile ultima parte del II° Conflitto mondiale, nella convinzione che solo il Tribunale Supremo Militare ha espresso nel dopoguerra parole di grande serenità e analisi, finalmente scevre da passione politica (Sentenza n° 747 – 26.4.1954), mi pregio formulare le seguenti richieste.

- considerato che il Governo legittimo del Re era “sotto tutela” dell’ Allied Military Governement e aveva una limitata autonomia
- considerata l’esistenza nel nord-Italia del Governo “di fatto”, ma legittimo, indipendente, belligerante, della Repubblica Sociale Italiana
- considerata la “non belligeranza” delle forze partigiane, comandate da capi indicati con “pseudonimi” ma soggette agli ordini del CLN – Comitato di Liberazione Nazionale, organismo autoreferente e autocefalo, non costituente né appartenente ad alcun Governo





CHIEDO

che sia finalmente presa in esame la legittimità della sentenza di morte pronunciata da detto Comitato di Liberazione nei confronti di Benito Mussolini e soprattutto se era legittimo compiere il deliberato di tale sentenza senza processo alcuno, dato che, in ogni caso, sia lui che l’intero Governo della RSI catturato a Dongo il 25/05/45, dovevano considerarsi “prigionieri di guerra” e avrebbero dovuto applicarsi nei loro confronti le convenzioni dell’Aia e di Ginevra.

FACCIO PRESENTE

che il comunicato annunciante l’esecuzione porta le firme di tutti i Membri del CLN, quali rappresentanti di tutti i Partiti che dettero vita alla Resistenza.
Tale esecuzione ha pesato come un “peccato originale” sulla nostra democrazia e sulla Resistenza, che avevano intenzioni di giustizia, di equità, ma non di vendetta.
Il fatto citato ci ha alienato a lungo il giudizio degli storici e dei politici di molti Paesi europei e d’oltre Atlantico, e la ferita al Diritto Internazionale non è stata ancora sanata.
La Sentenza n° 747 – 26-4-54 recita testualmente:
“Questo Tribunale Supremo Militare ricorda l'anelito di pacificazione che pervade tutto il popolo italiano e tutti i partiti, nessuno escluso, anelito tradotto dai singoli Governi che si sono susseguiti, dal 1946 ad oggi, in decreti di Sovrana clemenza, intesi a porre sempre più sullo stesso piano morale tutti gli italiani in buona fede, per modo che tutti si sentano figli della stessa Patria, e non vi siano più dei tollerati, degli umiliati e dei reietti, cui si possa, ad ogni istante, rinfacciare un passato che fu piuttosto opera del fato, che degli individui, salvo la legittima repressione dell'azione delittuosa, da chiunque commessa, secondo i canoni immutabili del puro diritto”.
“Le leggi che continuamente si susseguono in pro della pacificazione (da ultimo la pensione concessa agli appartenenti alla milizia), dimostrano a chiare note, l'indirizzo non solo giuridico, ma altresì etico del Governo e del Parlamento.”
Purtroppo, dal ’54 ad oggi sembra che si siano fatti passi indietro nella auspicata pacificazione e nella acquisizione della verità storica, che non può soggiacere a ideologia alcuna.


Pertanto, mi pregio chiedere se è oggi possibile, da parte vostra, impostare due processi:

- uno, a Benito Mussolini e al Governo della RSI per eventuali crimini commessi, anche con sentenza di morte se ne ricorre il diritto
- uno, ai Membri del CLN (o CLNAI) per l’esecuzione compiuta senza processo e solo “in nome del popolo italiano” (quale?).

Tutto questo senza voler mettere in dubbio il valore e il sacrificio di quanti, nella Resistenza, combatterono e si immolarono per un nuovo, giusto, democratico ordinamento della società italiana.

Quanto sopra può esservi richiesto da un privato cittadino, o necessita che una Istituzione si faccia promotrice di tali iniziative?

Nella certezza di ricevere Vs/ gradita risposta, porgo i miei migliori e più deferenti saluti.





Fabio UCCELLI

Andrea Lombardi ha detto...

Caro Fabio,

ho letto la tua proposta e anche quella che hai postato sul sito di Veltroni.

La trovo di grande interesse; però temo che finirà nel novero delle "curiosità".

Dovrebbe essere possibile per ogni amante della democrazia il poter distinguere non solo tra "repubblichini" e partigiani, ma anche tra partigiani che hanno combattuto effettivamente per la democrazia, partigiani che combattevano per poter poi instaurare un regime comunista, e partigiani che combattevano, semplicemente, perchè non volevano nè essere catturati dai tedeschi, nè essere arruolati nelle FFAA della RSI.

Invece, di solito chi "osa" fare questi sottili distinguo viene tacciato di essere un "bieco nazifascista che minaccia l'unità della Resistenza e la Costituzione".

Come Associazione Culturale, la ns finalità è raccogliere testimonianze e documenti sulle FFAA italiane nella prima e seconda gm, e talvolta pubblicare delle opere in tema. Non vogliamo convincere nessuno, non sappiamo se potremmo mai farlo, e non sono neanche così sicuro di volerlo fare.

Speriamo solo che tra 40 o 50 anni, quando forse questa guerra civile in Italia sarà finalmente finita (non crederete che sia finita il 25 aprile 1945, vero?), i mattoncini che abbiamo posato con i nostri libri possano servire a qualcuno in futuro, se e quando si vorrà non ri-scrivere, ma per la prima volta scrivere in modo meno manicheo la storia dell'Italia in quel periodo.

Con viva e sincera cordialità,

Andrea Lombardi
Presidente
Associazione ITALIA

Fabio ha detto...

LEGGETE IL BLOG: "PACIFICAZIONE" DI FABIO UCCELLI
OPPURE APRITE IL

http://pacificazione.blogspot.com

alessandro.bottega ha detto...

Egr. Prof. Uccelli,

leggo e rileggo con molto interesse, per non dire con vero e proprio accanimento storico/giuridico la Vs. proposta e...scopro che finalmente qualcuno ha formalizzato quel pensiero che da anni mi gira e mi rigira nella mente. Quel tarlo che un po di letture, conoscenza, interesse e profondissimo senso della giustizia non fa altro che perseguitarmi molto molto spesso. Troppo.
Sarebbe doveroso, giusto, dovuto e bello che ciò potesse accadere ma la risposta del presidente Lombardi mi ha poi catapultato da quell'attimo ideale alla realtà che ci circonda e l'euforia di un momento è stata sopraffatta dalla reale constatazione di quello che purtroppo è, forse una bella utopia.
La storia del nostro tormentato paese solo dal dopoguerra ad oggi è piena di fatti analoghi che per semplice sete di giustizia andrebbero visti, riaperti, rianalizzati, giudicati.
Ma potrebbe essere il classico vaso di Pandora con conseguenze poco immaginabili e per giunta non mi risulta che qualcuno abbia mai riscritto la storia, con successo.
Il nostro paese è purtroppo privo o stato privo di una propria identità nazionale dal 1945 ad oggi(?); pseudo colonia americana con ingerenze pesantissime dei blocchi sovietici ecc. ecc., che ci hanno dettato e inculcato una pseudo storia e una pseudo realtà dei fatti.
La mia domanda è questa: ha il nostro paese oggi un'identità nazionale tale da poter in qualche maniera ottenere un GIUSTO revisionismo storico?
Ritengo francamente di no.
E per GIUSTO lo intendo nell'essenza più pura e vera di questa parola, per tutti gli schieramenti, le fazioni, i partiti gli uomini...ma di nuovo mi viene in mente quella parola...utopia.
Fatto sta che concretamente e realisticamente vorrei tanto che una cosa del genere potesse succedere o cominciare a succedere adesso, quindi mi rendo disponibile a qualsiasi cosa possa far cominciare questo processo.
Ci voglio credere!

Con stima
Alessandro Bottega

Tel: +378 0549 957606
Fax: +378 0549 957660
Mobile: +39 335 8318056
Email: Alessandro.Bottega@ditecteam.com

Ilaria Greco ha detto...

Mi accosto alla discussione con vivo interesse. Tralasciando qualsivoglia dietrologia ed esulando da considerazioni di natura politica, reputo degno di attenzione ogni input che induca alla ricerca, al confronto, al dialogo e anche allo scontro, se costruttivo. In accordo con quanto asserito da Lombardi e Bottega, ritengo siano molte le ombre sul secondo dopoguerra. E se da un lato i libri di storia riportano date, nomi e numeri oggettivamente riscontrabili e scarsamente opinabili, dall'altro tendono spesso ad evidenziare una sola "verità", quella dei vincitori. Che si parli di partigiani o di camicie nere, è innegabile l'attuale strumentalizzazione dei termini e delle ideologie, che mirano all'esaltazione di vuoti "botta e risposta" mediatici, in programmi televisivi di quart'ordine. E' altrettanto inconfutabile che ciascuno aderisca a fazioni e/o correnti di pensiero in virtù di una fede di fondo (in cui crede fermamente) oppure di una mera convenienza economico-sociale, talvolta preda di un aberrante trasformismo. Ma tale chiave di lettura è insita in qualsiasi azione quotidiana, a prescindere da ciò che sono stati la Seconda Guerra Mondiale, il Fascismo e la Resistenza, nella fattispecie. Fa piacere scoprire che in spazi come questi, in cui è ancora possibile esprimersi liberamente, maturino proposte dettate dalla conoscenza degli argomenti e dal desiderio di approfondimento. "Giustizia" ed "utopia" (al pari di "etica" e "morale") sono termini dall'accezione estremamente sfaccettata, molto vicini ad un inarrivabile concetto di "perfezione"... che non poteva, non può e non potrà caratterizzare le nostre vite e le nostre istituzioni, indipendentemente dai colori politici e dalle pseudo- verità che ci vengono propinate.

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Rara foto in divisa da Ufficiale della Regia Marina

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
A Nettuno, nel Btg. Barbarigo della Xa MAS

Il Comandante Bardelli

Il Comandante Bardelli
Assieme ai suoi marò del Barbarigo

Decima MAS

Decima MAS
Ufficiali del Btg. Maestrale (poi Barbarigo): Tognoloni, Cencetti, Posio, Riondino...

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano

MAS a Nettuno affondano un Pattugliatore americano
L'azione di Chiarello e Candiollo in copertina all'Illustrazione del Popolo del 19 marzo 1944