sabato 18 dicembre 2010

Basta con gli storici (anti-italiani) della domenica! Simon Ball "The bitter sea" infama le FFAA italiane


Simon Ball

Il mensile "Storia in Rete" riprende e rilancia la nostra segnalazione:


15 dicembre
Basta con gli storici (anti-italiani) della domenica!
Redazione Storia in Rete

Ancora una volta uno storico straniero – uno storico inglese – spara a zero contro l’Italia. E ancora una volta lo storico denigratore le spara grosse, inforcando una serie di imprecisioni, pregiudizi e pure e semplici falsità che mostrano con quanta superficialità alla fine venga affrontata la storia del Bel Paese.Se i pregiudizi nascono dall’ignoranza, peggio ancora è un certo “revisionismo” tutt’altro che scientifico, basato non su una solida documentazione ed argomentazioni convincenti e aperte al dibattito peer to peer, ma apertamente diffamatorio, animato da acrimonia e – diciamolo pure – un certo razzismo che è sempre serpeggiato nei confronti dell’Italia.


A meritare il premio di “storico della domenica” questa volta è Simon Ball, autore di un discutibile saggio sulla Seconda guerra mondiale nel Mediterraneo intitolato “Bitter Sea”.




Riportiamo qui di seguito la contro-recensione scritta da Andrea Lombardi (http://associazioneitalia.blogspot.com/) che “Storia in Rete” pubblicherà sul numero 63 del gennaio 2011.




The Bitter Sea – The brutal WW2 fight for the Mediterraneandi Simon Ball


Una ricerca mediocre, e non poco anti-italiana…




Come da titolo della recensione, il libro in questione rappresenta un notevole passo indietro per quanto riguarda le ricerche sul ruolo delle FF.AA. italiane nella Seconda guerra mondiale. Nella prima pagina del capitolo “The good italians”, Mr. Ball scrive correttamente che la tesi “italiani brava gente” è in gran parte un mito (ossia, contrariamente a quanto solitamente sostenuto, anche il Regio Esercito ebbe – durante il secondo conflitto mondiale e non solo – la sua parte di crimini di guerra), ma quindi procede a compiere lo stesso errore storiografico… solo al contrario, scrivendo, tra l’altro, la seguente, incredibile frase: “Italian troops were famously fond of raping very young girls”, ossia “le truppe italiane erano celebremente entusiaste nello stuprare ragazzine” (pag. 212). Ciò senza citare una singola fonte per questa nota diffamatoria, dove all’accusa ai nostri soldati di essere noti come stupratori si aggiunge anche l’imputazione doppiamente infamante della pedofilia: “very young girls”, tradotto letteralmente, “ragazze molto giovani”.Ora, se le “truppe italiane” (non solo “qualche unità” o “alcuni individui”) erano “celebremente” (e sottolineo “celebremente”) entusiaste nello stupro delle ragazzine, è troppo chiedere a Mr. Ball quali siano le sue fonti, e queste ultime devono per forza mostrare il riscontro di un gran numero di stupri di “ragazze molto giovani” da parte di soldati italiani, in modo da provare come veritiera la citazione sopra riportata. Questa non è “storia”, o “revisionismo”, o “una ricerca originale”. È pura e semplice diffamazione delle FF.AA. (punita in Italia dall’articolo 290 del Codice Penale). È anche illuminante notare come Mr. Ball sbagli più volte nel riportare i nomi degli autori da lui citati nelle note del libro, per es. “Agarossi” per Elena Aga-Rossi, o “Luigi Ganapi” invece che Ganapini. Un errore un po’ spiacevole per uno storico accademico. È anche sconfortante che Mr. Ball, scrivendo un saggio sulla guerra nel Mediterraneo e in Italia non abbia fatto alcuna ricerca negli archivi italiani (a giudicare dalle fonti citate in bibliografia), in pratica basando la parte più riuscita del suo libro, ossia quella sui rapporti diplomatici tra le varie nazioni coinvolte, su un numero piuttosto limitato e scontato di fonti (Churchill, Eisenhower, Ciano…) e i documenti dei National Archives inglesi, ormai di facile reperibilità. Deludente.Ovviamente, Mr. Ball non poteva esimersi di tranciare qualche giudizio storiografico anche sulla Repubblica Sociale Italiana (pag. 241), definita “uno Stato diretto da e per terroristi“ con “il Duce costretto ad un nuovo modello di governo attraverso Compagnie della morte” e dove le intere FF.AA. della R.S.I. sono ovviamente ridotte ad un manipolo di “depravate squadre della morte”, la “maggior parte nate dai resti della Decima MAS” (!!!), che “non otterranno nulla se non pareggiare vecchi conti”. Una visione più vicina al Pasolini di “Salò o le 120 giornate di Sodoma” che a quella di uno storico, parrebbe.




Andrea Lombardi


Presidente


Associazione Culturale ITALIA


Genova






A questo punto, invitiamo tutti i lettori di Storia in Rete a scrivere a Simon Ball presso la sua università – e per conoscenza al Cancelliere dell’Università di Glasgow – per chiedergli o le pezze d’appoggio sulle quali ha basato l’infamante e gravissima accusa di “stupratori pedofili” lanciata alle Forze Armate dell’Italia durante la Seconda guerra mondiale, oppure una doverosa rettifica di tale enormità, copincollando questa lettera:




Dear mr. Ball




I’ve read about your statement in “Bitter Sea” about Italian Army soldiers habit to rape “very young girls”. It’s a very hard statement against Italian honor and I would ask you to give references about it. Otherwise, I would ask you to correct it.


Yours sincerely


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