sabato 13 dicembre 2008

Presentazione libro "Ricordi di un'Ausiliaria" a Roma...


Raffaella Duelli con Andrea Lombardi, Associazione ITALIA...



Raffaella Duelli ritrova un pezzo del suo passato: un permesso per missione a Milano emesso dal Comando del Barbarigo alla "Ausiliaria Scelta Raffaella Duelli", acquistato in un'asta da Giorgio Sala, amico di ITALIA, e prontamente inserito nel libro "Ricordi di un'Ausiliaria".

Riceviamo dagli amici dell'Ass. Campo della Memoria questo resoconto della presentazione, che pubblichiamo volentieri:

Il giorno 12 dicembre, si è svolta, nella sala di via Fracassini(ROMA), la presentazione del libro di Raffaella Duelli"Ricordi di un'ausiliaria". Ha introdotto il Dott. Alberto Indri (responsabile regionale dell'Ass. Xa Mas), il quale dopo aver letto un comunicato con il saluto dell'editore Andrea Lombardi, presidente dell'Associazione Italia, ha elencato le azioni compiute, con coraggio e abnegazione, da Raffaella Duelli, che hanno consentito, dopo innumerevoli peripezie di dar vita al Campo della Memoria. E' stato poi il turno del Dott. Roberto Rosseti (vice direttore del TG1) che ha intervistato gli altri oratori convenuti. L'avvocato Bartolo Gallitto (presidente dell'Ass. XaMas) ha, invece, svolto un'ampia relazione sui contenuti della vita di Raffaella Duelli, ricordando, in particolare, quei "brutti giorni del '44", quando gli invasori "liberarono" gli italiani a suon di bombe. Gli ultimi interventi di Annalisa Terranova (giornalista del Secolo d'Italia) e del Prof. Mario Merlino, hanno sottolineato l'impegno delle nostre ausiliarie durante la II Guerra Mondiale e soprattutto lo spirito indomabile e fiero dei combattenti della R.S.I. Nonostante la pioggia battente e il pericolo del fiume in piena, la sala era gremita: particolarmente gradita è stata la presenza dell'ausiliaria Gina Romeo accompagnata da molti altri decumani. Molti i giovani presenti tra cui i parenti di Raffaella Duelli.

Messaggio del presidente dell'Associazione ITALIA Andrea Lombardi, editore del libro, ai partecipanti:


Vorrei innanzitutto salutare i veterani e gli amici di Roma presenti, e tutti i convenuti.

Il mio ringraziamento particolare va a Annalisa Terranova, autrice della bellissima recensione del libro, apparsa sul "Secolo d’Italia", all’Avv. Gallitto, presidente dell’Ass. Comb. Xa MAS, a Alberto Indri, organizzatore di questa e altre presentazioni. Ringrazio inoltre il Vicedirettore del TG 1 Roberto Rosseti e il Consigliere Regionale Luigi Celori; la storia di Raffaella Duelli, del Barbarigo e delle sue Ausiliarie non potrà che interessarli.

Vorrei brevemente illustrarvi un paio di mie considerazioni sul libro che sarà presentato.

Questo libro è nato grazie all’amicizia che lega – e ha legato – alcune persone. In primo luogo l’amicizia tra Raffaella Duelli e il Generale Giorgio Farotti, nata quando quest’ultimo era Ufficiale nel Barbarigo. Il primo libro da noi pubblicato come Associazione ITALIA, furono proprio le memorie del Generale Farotti, e così abbiamo avuto l’onore di conoscere l’Ausiliaria Scelta Raffaella Duelli, che in breve tempo è divenuta per noi non solo l’“Ausiliaria Scelta Duelli”, ma l’amica Raffaella. Un altro nostro amico del Barbarigo, il marò Giulio Ronchi, ci spinse a chiedere a Raffaella se volesse pubblicare integralmente le sue memorie. Con nostra grande gioia, in breve tempo, tenevamo tra le nostre mani il suo diario.

Questo libro non rappresenta l’ennesimo libro sui “ragazzi di Salò” (termine sul quale tornerò in seguito), ma, essendo una delle poche testimonianze di una combattente regolare degli eserciti di una delle nazioni che si affrontarono nella seconda guerra mondiale, è un importante tassello per ricostruire la storia “al femminile” di quel conflitto. La seconda parte, poi, narra con grande precisione – nei luoghi e nelle date citate – gli ultimi combattimenti sul fronte sud contro gli Alleati: mentre su Montecassino o Anzio-Nettuno ci sono numerosi riferimenti bibliografici, sull’ultima offensiva Alleata vi è molto meno, evidentemente perché il suo successo con la conseguente sconfitta dell’Esercito tedesco in Italia a sud del Po, contrastava con il mito di uno stesso Esercito tedesco… e della RSI… “eroicamente costretto alla fuga dai partigiani”… e non, per l’appunto, come testimoniato dalle memorie della Duelli, dalla superiorità di materiale Alleata, con una aviazione e un’artiglieria sempre presente, con mitragliamenti e bombardamenti ad ogni ora del giorno e anche sul singolo uomo.

La seconda, è proprio sul termine “ragazzi di Salò”. Con questo termine, a mio modo di vedere, si impedisce di valutare dal punto di vista storico le vicende delle Forze Armate della RSI. È un termine molto usato anche dagli stessi veterani, per porre l’accento sull’idealismo che animava molti di loro, senza rendersi conto che per gli esegeti della vulgata resistenziale la definizione “ragazzi di Salò” può far agevolmente spiegare l’”idealismo” come “sprovvedutezza di ragazzini piegati dalla propaganda”. Il risultato ottenuto dalla vulgata, la diffamazione dell’avversario, non cambia. In realtà, molti di coloro che militarono nella RSI erano uomini maturi, già combattenti nelle Forze Armate Regie, e che avevano potuto rendersi conto dell’errore dell’azzardo del Re e di Mussolini (e sottolineo, del Re e di Mussolini) dell’entrare in guerra, perché magari veterani delle sfortunate campagne di Grecia e Albania… eppure questi uomini, magari con moglie e figli a cui pensare, decisero lo stesso, e a guerra persa, di continuare a combattere al fianco dei tedeschi contro gli anglo-americani. Una decisione talvolta rapida, talvolta frutto di una anche lunga meditazione, ma comunque non impulsiva ma ben ponderata.

In ultimo, non ribadirò mai abbastanza che i libri da noi pubblicati non rispondono a nessuna agenda politica, o volontà nostalgica; per noi queste sono “storie che nessuno aveva mai raccontato”, siano esse memorie di veterani o studi storici intrapresi da nostri soci. Memorie e studi che, in futuro, quando questo coagulo di campanilismi e di interessi di singoli che prende il nome di Italia si deciderà di deporre le armi di questa infinita guerra civile, potranno essere dei piccoli tasselli per ricostruire la nostra storia.

Se dovessi proprio fare una considerazione politica, direi che in questo momento dove i riferimenti culturali dei giovani annaspano in una sorta di limbo, persone come Raffaella, non solo per la dedizione alla patria dimostrata in guerra, ma soprattutto per l’impegno profuso nei decenni successivi nel volontariato, nel suo esser vicino ai deboli, nella sua sensibilità e intraprendenza, rappresentano un modello da seguire.

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