Riceviamo da Paolo Ferraro, uno dei figli della M.O.V.M. Luigi Ferraro, la seguente precisazione, che siamo felicissimi di pubblicare:Ho letto sul vostro sito, nel capitolo "La Divisione Decima" il seguente paragrafo:
"Il Gruppo “Gamma” “Licio Visintini”. L’8 settembre 1943 non si sciolse e passò interamente alla R.S.I. Dal novembre 1943 fu a Valdagno (VC). Molte furono le azioni coronate da successo degli informatori-sabotatori del gruppo. Alla fine delle ostilità il gruppo,
asseragliato nella caserma di Valdagno al comando del Ten. Luigi Ferraro, rimase in armi fino al 28 maggio 1945, dopo di che si arrese con l’onore delle armi".
Asseragliato è aggettivo utilizzato generalmente per definire una situazione di difesa di un sito assediato o pressato da forze nemiche che ne impediscono la libertà di azione e non definisce la reale situazione del Gruppo a Valdagno. Riporto da “Decima Flottiglia Nostra” di Sergio Nesi – Ed. Mursia il seguente testo che le potrà fornire informazioni più precise.
"Perduta la guerra, Ferraro ne continuò un'altra, fino alla sconfitta finale nel 1945, senza uccidere mai nessuno, senza mai sparare un colpo contro altri italiani e anzi, d'accordo coi partigiani che in teoria erano suoi nemici, salvando uomini e importanti insediamenti industriali dalla rappresaglia nazista.Il Gruppo “Gamma” “Licio Visintini” cui Ferraro apparteneva non si sciolse l’8 settembre 1943 e passò interamente alla R.S.I. Dal novembre 1943 fu a Valdagno (Vicenza). Nel gennaio 1945 il «Gruppo Gamma» fu suddiviso in diverse Squadre, che avrebbero dovuto operare al di là delle linee per effettuare sabotaggi a mano a mano che il fronte avanzava. Nell'aprile del 1945 alcune di queste Squadre erano già dislocate nelle zone in cui si prevedeva che dovessero operare. A Valdagno era rimasto il Comando con Ferraro ed una quarantina di uomini. Il Comandante Wolk aveva ricevuto altro incarico e si era trasferito a Venezia.Nella zona agiva una brigata partigiana denominata «Stella », che non attaccò mai gli alloggiamenti dei «Gamma », ma anzi stabili con Ferraro ed i suoi uomini un modus vivendi, richiedendo spesso l'intervento diretto del Comandante della «Decima» nei riguardi dei tedeschi per evitare inutili distruzioni e morti."
Sulla conclusione bellica dopo il 25 aprile mio Padre racconta:
«Tutto il materiale della Marina lo inviai a La Spezia, dove fu regolarmente consegnato. Il restante materiale lo consegnai all' Amministrazione comunale. Alla fine, rimasi veramente solo, dopo avere mandato a casa il personale gradualmente. Alla fine di maggio, quando tutto fini, ci siamo abbracciati e salutati e sono partito per Bergamo ove risiedeva la mia famiglia.Quando tutti gli uomini erano già alle loro case, cominciai a sentire notizie che ne avevano arrestato uno qua, uno là. Andai allora a Venezia al Comando alleato per fare le mie rimostranze. Da quel Comando furono inviati dispacci a tutte le polizie, per cui gli arrestati vennero immediatamente rilasciati».
Quindi mi sembra evidente che non fu una resa e conseguentemente non ci fu resa con onore delle armi. Infine, solo per precisione, quando era Vice-Comandante del Gruppo Visintini, aveva il grado militare di Sottotenente di Vascello.
Le sarei grato se volesse essere così cortese da correggere il suo sito che per altro è interessante ed accurato. Le segnalo il sito ufficiale dedicato a mio padre
http://www.luigiferraro.it/ su cui può trovare maggiori informazioni.
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L'Associazione ITALIA ringrazia Paolo Ferraro per la precisazione e per i complimenti, e incoraggiamo i naviganti... in internet a visitare il sito www.luigiferraro.it , dedicato a questo grande italiano.